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GUIDA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
"UN
TESORO COME IN VASI DI TERRA"
2 Corinzi 4, 5-18
18-25
gennaio 2003
PRESENTAZIONE
| INTRODUZIONE | TESTO
BIBLICO
LETTURE BIBLICHE | DATE
IMPORTANTI NELLA STORIA
MODULO
ORDINATIVI
Cari fratelli i e sorelle
in Cristo,
"Annunziamo che Gesù Cristo è il Signore":
è questa la luce di cui il cristiano è portatore, e cioè
la fede nel Gesù pasquale, morto risorto e asceso al cielo, vincitore
del peccato e della morte.
È un annuncio di vita ad un mondo che sta smarrendo
il senso della vita e della storia, tutto preso dal fascino dell´immediato.
Il credente invece ha sperimentato per grazia "la luce vera che illumina
ogni uomo" e ha contemplato il suo "splendore divino" (Gv
1,9 e 14); per questo può e deve testimoniarlo ad una società
che vive "come se Dio non ci fosse". È in Cristo che
si riflette la gloria di Dio: volto da contemplare, quindi, per quel desiderio
di "vedere Gesù" che mosse alcuni greci a chiedere la
mediazione di Filippo (Gv 12,21). Vederlo, e non soltanto parlare con
Gesù , nel tentativo di penetrare attraverso uno sguardo, un sorriso,
un'inflessione del volto qualcosa del mistero indicibile di Dio, un mistero
di amore che si traduce per Dio in "gloria", per l'uomo in "vita"
come visione del divino in un volto umanissimo. Torna alla mente l'effato
di Ireneo di Lione: "L'uomo vivente è la gloria di Dio; vita
dell'uomo è la visione di Dio".
Non possiamo prescindere dal Cristo della storia, di lui
che "ha lavorato con mani d'uomo", e ci offre quindi un volto
d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo",
e ci offre quindi un volto d'uomo da contemplare, pronti a ritrovarlo
con la fede in quei volti d'uomo dietro i quali si ri-vela oggi a chi
lo cerca. È dietro ai poveri del cap. 25 di Matteo che egli ama
nascondersi ("Avevo fame e mi avete dato da mangiare" ecc.)
per vedere se sappiamo ancora cercarlo in essi con la fede, senza scandalizzarci
d'una mediazione che può non essere sempre gradevole.
Forse in certi volti segnati dalla violenza e dell'abbrutimento
c'è difficile rintracciare il volto di Gesù, il volto suo
compassionevole di crocifisso. Ma in ogni crocifisso lo Spirito ci consente
di scorgere i primi riflessi del risorto.
Abbiamo bisogno, allora, che lo Spirito ci sveli il mistero
di questo volto, al quale possiamo arrivare in pienezza solo facendoci
prendere per mano dalla grazia. È Gesù stesso che lo disse
a Pietro: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato,
ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17).
E sarà la grazia a farci ritrovare il volto di Cristo
nei crocifissi della vita, nei dannati della terra: i barboni delle stazioni
ferroviarie, i miserabili degli slums, gli affamati di Korogondo, le prostitute
bambine degli harem dei potenti o delle squallide periferie delle grandi
città del mondo. Sempre volti di Cristo sono quei volti spauriti
di gente perduta, quegli sguardi incattiviti di ragazzi che imbracciano
il fucile per uccidere, quei giovani che in nome d'un "paradiso"
speciale per i terroristi ammazzano e si ammazzano...
Dio mio, com'è tragico il volto del tuo Cristo di
nuovo crocifisso dal peccato degli uomini! A volte non reggiamo a tanta
deformazione e ci ribelliamo. Ci rendiamo conto di portare il tesoro della
fede in vasi di terra, fragili e precari, la cui forza di resistenza può
venire solo da te, Signore della vita e dell'amore! Non farci scandalizzare
per nessuna miseria umana. Né la nostra né quella di un
mondo che ti cerca a tentoni, o forse non ti cerca neppure più
perché pensa di non avere più bisogno di te! Consentici
di riscoprire i lineamenti del tuo Cristo in ogni uomo e in ogni donna
smarriti senza scandalizzarci delle deformazioni indotte dal peccato,
ed anzi di ricercarli quei lineamenti con pazienza per le vie della preghiera
e del silenzio contemplativo, per i sentieri della carità che si
fa servizio gratuito e solidarietà.
Ed anche sul volto della Chiesa, imbruttito dalle rughe
e dalle macchie delle nostre divisioni (Ef 5,27), c'è da fissare
con volontà di conversione il nostro sguardo di cristiani, perché
è anche essa volto di Cristo. Ma chi non riuscirà a scandalizzarsi
di quelle rughe e di quelle macchie, e cioè dei drammi vistosi
delle nostre divisioni e del nostro guardarci ancora con sospetto? Com'è
necessario lavorare per un recupero pieno dei lineamenti originari della
Chiesa, armonizzando le diversità legittime e compatibili che non
siano però divisioni e lacerazioni, ben aldilà delle nostre
piccole cosmesi provvisorie e nient'affatto risolutive.
Certo, quando una ruga s'è attestata da molto tempo
sul volto, è difficile curare la deformazione indotta. Ma lo Spirito
Santo di Dio, che ha dato al volto crocifisso di Cristo uno splendore
indicibile di gloria, saprà ben trovare la strada della ricomposizione
dell'armonia. Oggi ci è chiesto di portare con pazienza i segni
della morte perché "la vita del Risorto si manifesti nella
nostra vita mortale". Anche la pazienza dell'attesa e la speranza
contro ogni speranza son virtù ecumeniche!
Chiesa
Cattolica
|
Giuseppe Chiaretti
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
Presidente, Segretariato CEI per l'Ecumenismo e il Dialogo
|
Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia
|
Prof. Gianni Long
Presidente |
Vicariato
Ortodosso Romeno d'Italia
|
Arciprete Traian Valdman
Vicario eparchiale |
"UN TESORO COME IN VASI
DI TERRA"
(2 Corinzi 4, 5-18)
Il complesso flusso di migrazioni ha avuto un grande impatto sulle
vite di molti popoli, di molti Paesi e Chiese nel mondo. L'Argentina costituisce
uno dei Paesi ove si sono registrati molti flussi immigratori che hanno
registrato effetti non solo a livello nazionale ma anche nella vita delle
Chiese. Il progetto iniziale per la preghiera per l'Unità dei Cristiani
di quest'anno è opera di un gruppo ecumenico in Argentina che ha
scelto il testo biblico e le riflessioni che ne derivano constatando che
l'Argentina è una nazione nata da un ceppo locale e da immigrati.
La
fame, le guerre e le persecuzioni religiose possono essere considerati elementi
scatenanti dell'immigrazione. Ci sono due racconti inerenti al passato recente
dell'Argentina che possono renderne l'idea e che evidenziano la necessità
per le Chiese di lavorare insieme nella ricerca dell'unità per essere
in grado di offrire una risposta di autentica testimonianza.
- Una famiglia
in fuga dalla violenza emigra e si stabilisce in Argentina. Trova sicurezza
ma deve far fronte a una nuova società che non capisce, una lingua
che non è la propria e una storia con la quale non si identifica.
A volte la popolazione locale non apprezza la loro presenza. La famiglia
prova gioia e tristezza nello stesso tempo. Ha lasciato alle sue spalle
la paura per scoprire la discriminazione. In alcuni casi deve accettare
di essere sfruttata economicamente; è questo il prezzo da pagare
per proteggere la propria vita e far crescere i figli. Il nuovo paese
li accoglie e li respinge allo stesso tempo. Hanno fiducia e attendono
una luce che li guiderà nel buio.
- Una giovane
donna arriva in una grande città in cerca di lavoro. È
cresciuta in campagna ed è stata costretta ad abbandonarla nel
desiderio di un futuro migliore. Ha lasciato la famiglia, gli amici
ed ora si trova di fronte ad una nuova società. La sua pelle
e il suo accento rivelano le sue origini, probabilmente ha sangue del
luogo. Anche lei deve pagare un alto prezzo. Fa l'esperienza delle luci
della metropoli ma nel contempo sperimenta la tristezza della solitudine.
È straniera nel proprio paese. Molte volte si sente trattata
come se non avesse alcun diritto di godere dei benefici che la vita
offre. Non ha nessuno in cui riporre la propria fiducia ma confida ancora
di trovare il suo posto nella società.
Tali situazioni hanno indotto il gruppo locale a riflettere su come la
Parola di Dio ci dia forza per affrontare situazioni difficili e ci ricorda
costantemente che tutto il popolo di Dio è pellegrino sulla via
del Regno. La Bibbia ci presenta innumerevoli esempi di persone che migrano
da un luogo all'altro per le stesse motivazioni di oggi. Abramo e Sara,
Giacobbe, Amos, Giuseppe, Maria e Gesù sono esempi biblici di migranti.
L'esperienza dell'immigrazione rivela un mondo diviso. L'unità
dei cristiani deve costituire il paradigma dell'unità del genere
umano. I cristiani posseggono "un tesoro come in vasi di terra"
(2 Cor. 4, 7) che è la gloria di Gesù Cristo, il Signore,
vincitore sopra il peccato, la morte, la persecuzione e l'odio. Questo
tesoro è, come dice Paolo in 2 Cor. 4, 5-6 la conoscenza della
gloria di Dio che risplende in Gesù poiché egli ha rivelato
la profondità dell'amore di Dio e la misericordia per l'intera
creazione in special modo per i poveri della terra.
Il testo 2 Cor. 4, 5-18 ci invita a riconoscere che disponiamo di un tesoro
che non ci appartiene ma che è dono di Dio per rafforzarci nei
momenti di angoscia e infonderci coraggio nella tristezza. Portiamo questo
tesoro nella fragilità della nostra natura umana affinché
sia chiaro che tale dono ha origine in Dio e non è opera nostra.
Dio ci invita a dargli testimonianza tramite la nostra debolezza umana.
Il corpo di Cristo è indiviso e per tale ragione le divisioni tra
i cristiani costituiscono una contro testimonianza a questa verità
che dobbiamo superare. Riconosciamo che le barriere sono profonde e che
le nostre forze fisiche non sono sufficienti per guarire il peccato della
divisione. L'unità della Chiesa deve essere raggiunta tramite l'azione
e la potenza dello Spirito Santo che agisce in noi, così che ogni
passo verso l'unità deve essere visto come un atto di Dio che ci
conduce sempre più vicino al suo Regno.
Abbiamo bisogno di accettare la sfida dell'Apostolo Paolo che ha detto
che "Ho creduto, perciò ho parlato" (2 Cor. 4, 13). Non
parlare è nascondere la realtà visibile di Cristo che agisce
in noi, che è la base dell'azione della Chiesa nel mondo. Così,
con questa forza che ci viene data dobbiamo rivolgerci al nostro vicino
per condividere la luce di Cristo e scambievolmente riconoscere che siamo
in debito con Dio che ha dato la vita di suo Figlio per la salvezza dell'umanità.
Sono questi i temi scaturiti dalla celebrazione ecumenica e sviluppati
dalle riflessioni bibliche per gli "8 Giorni". Il fine delle
riflessioni proposte è quello di approfondire il tema biblico centrale
e collegarlo al problema delle migrazioni scelto dal gruppo ecumenico
locale argentino. Le comunità cristiane sono invitate a utilizzare
il materiale per continuare la loro preghiera per l'unità dei cristiani.
Gli "8 Giorni di Preghiera"sono stati così strutturati:
Paolo, nella sua lettera ai Corinzi incoraggia i fratelli e le sorelle
cristiane col messaggio di speranza che è Gesù Cristo. È
lui il messaggio di Dio che rivela la sua gloria e la sua luce che continua
a brillare in un mondo di tenebre (2 Cor. 4, 5-6). È questa la
speranza che uomini e donne portano nel cuore, consapevoli che la sua
sorgente è in Dio e non in noi. È il tesoro che sostiene
il pellegrino e il migrante nelle sue condizioni di fragilità (1º
giorno, 2 Cor. 4, 7).
La comune fede in Cristo è la nostra speranza e il nostro tesoro.
Nel mondo molti uomini, donne e bambini sperimentano il peso della persecuzione,
dell'afflizione e dell'abbandono poiché costretti a lasciare le
case e a vivere sulla strada, costantemente staccati dal proprio ambiente
familiare. Paolo riflette sull'esperienza delle persecuzioni offrendo
la consolazione della fede cristiana, poiché Gesù ha assunto
la nostra condizione umana capace di elevarsi, che rivela la forza di
Dio nella propria debolezza. Allora non siamo né schiacciati né
spinti alla disperazione ; non siamo abbandonati o abbattuti, poiché
abbiamo fede (2º giorno, 2 Cor. 4, 8).
Il mistero della redenzione rifulge in situazioni in cui, per la grazia
di Dio, lo spirito umano rende visibile l'immagine di Cristo nella fragilità
delle nostre membra. In tale fragilità vediamo la morte di Cristo
portata nel proprio corpo, ma tramite la misericordia di Dio, possiamo
anche vedere l'immagine di Cristo rivelata. Troppo spesso il peccato della
discriminazione rivela una cultura di morte, che non è nient'altro
che il desiderio di eliminare la diversità, cioè l'altro.
La missione della Chiesa è quella d' individuare insieme le modalità
per affermare l'immagine di Cristo nell'altro, come una ricca sorgente,
un dono prezioso. La presenza di Cristo manifestata in noi ci rinnova,
così che, tramite una dignità che non può essere
cancellata, possiamo rendere visibile l'immagine di Dio. È soltanto
quando apprezziamo un tale tesoro che ogni essere umano porta, nella sua
umanità, l'accoglienza verso gli altri, vedendo in essi la somiglianza
con Dio (3º giorno, 2 Cor. 4,10).
Sembra una contraddizione, ma fino a quando c'è vita in noi, dobbiamo
imparare a dare oltre la morte, a morire noi stessi affinché Cristo
possa vivere in noi. Nel far questo, ci apriamo al vero valore della vita
stessa, una vita che è stata affidata a Cristo affinché
la sua vita possa manifestarsi nella nostra carne. Tutti i cristiani sono
chiamati a testimoniare che il peccato non ha più dominio su di
noi. Ciò avviene ove le Chiese, insieme nel mondo, rendono testimonianza
alla dignità della vita, che è vita nuova in Cristo. (4º
giorno, 2 Cor. 4, 11).
Nelle condizioni precarie in cui si trovano sia i pellegrini che i migranti,
le Chiese cristiane riunite "nel medesimo spirito di fede" offrono
le loro voci ai forestieri e ai diseredati. È perché confessiamo
la stessa fede che siamo in grado di trovare le parole da dire. Il tema
del 5º giorno (2 Cor. 4, 14) incoraggia i cristiani a riflettere
sulla necessità di parlare con coraggio delle condizioni disperate
dei senza tetto, dei rifugiati, degli immigrati, della gente di strada,
delle popolazioni dei migranti e delle donne e dei bambini indigenti.
Veramente noi crediamo al potere rinnovatore di Dio in Gesù Cristo
e così, insieme, parliamo con coraggio contro tutto ciò
che distrugge la dignità umana.
È insito nella missione della Chiesa essere segno della grazia
di Dio nella società. I valori di questo mondo che passa non coincidono
necessariamente con quelli del regno dei più fortunati. Gesù
ha affidato a ogni cristiano e alle Chiese insieme la missione di vivere
la giustizia del Regno di Dio come una forza nuova, capace di rinnovare
la società. La giustificazione che gratuitamente ci è stata
data per la grazia di Dio ci obbliga a vivere da salvati nel mondo. (6º
giorno, 2 Cor. 4, 15).
Nonostante le innumerevoli difficoltà e persecuzioni non ci siamo
persi d'animo. San Paolo c'incoraggia a restare forti perché noi
portiamo nella nostra carne non soltanto la morte di Cristo, ma anche
la sua vita. La Chiesa è lì dove è chiaramente evidenziata
la vittoria di Cristo sulla morte poiché essa è comunità
di coraggio. La perseveranza di coloro che cercano di perseguire l'unità
dei cristiani costituisce un'importante realtà per coloro che si
perdono d'animo e per quelli che sono tentati di offrire le proprie energie
per tale causa, essa è segno della potenza della grazia di Dio
nonostante le innumerevoli difficoltà. Gesù ha pregato per
l'unità di tutti coloro che veramente portano il suo nome, affinché
il mondo creda. Nonostante gli ostacoli sul nostro cammino verso l'unità
dei cristiani, le Chiese devono agire insieme con coraggio e perseveranza
di fronte alle avversità per offrire a un mondo diviso un esempio
di unità ed essere segno della potenza della morte di Cristo sopra
tutte le forze del peccato e delle tenebre (7º giorno, 2 Cor. 4,
10).
L'ottavo giorno riflettiamo su come la sofferenza che sopportiamo "Ci
prepari una vita gloriosa che non ha l'uguale" (2 Cor. 4,17). Questa
non è una visione utopistica di come potranno cessare le lotte
umane, poiché l'apostolo Paolo c' invita a riflettere su come verremo
trasformati dalla grazia delle risurrezione se resteremo uniti nella fede
ai patimenti di Cristo. Noi portiamo nelle nostre membra la sua sofferenza
e la sua risurrezione. Ecco perché S. Paolo ci esorta a guardare
al di là di quello che i nostri occhi possono percepire, verso
l'eterno che ci viene rivelato nella gloria di Cristo. L'unità
di tutti i credenti in Cristo è resa visibile quando i cristiani
veramente affrontano i propri doveri nel mondo in cui sono chiamati ad
operare.
Ognuno degli "8 Giorni" propone una preghiera che implora la
grazia di Dio per l'unità di tutti i credenti in Cristo. Il valore
della preghiera per l'unità non può essere mai sottolineato
abbastanza, poiché è il luogo ove tutti i cristiani, tramite
la forza dello Spirito Santo umilmente riconoscono che l'unità
auspicata da Dio per la Chiesa è di per sé un dono. Preghiamo
allora con perseveranza affinché possiamo essere pronti a ricevere
questo dono e custodirlo nel "vaso di terra" della nostra fragilità
umana.
(2 Corinzi 4, 5-18)
"Infatti noi non esaltiamo noi stessi: annunziamo che Gesù
Cristo è il Signore. Noi siamo soltanto vostri servi a causa
di Gesù. E Dio che ha detto: "Risplenda la luce nelle
tenebre", ha fatto risplendere in noi la luce per farci conoscere
la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo.
Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di terra, perché
sia chiaro che questa straordinaria potenza viene da Dio e non da
noi. Siamo oppressi, ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati.
Siamo perseguitati, ma non abbandonati, colpiti, ma non distrutti.
Portiamo sempre in noi la morte di Gesù, perché si manifesti
in noi anche la sua vita. Siamo vivi, ma continuamente esposti alla
morte a causa di Gesù, perché anche la sua vita si manifesti
nella nostra vita mortale. Così, la morte agisce in noi perché
in voi agisca la vita.
È scritto nella Bibbia: "Ho creduto, perciò
ho parlato". Anche noi abbiamo questo stesso spirito di fede,
anche noi crediamo e per questo parliamo. Sappiamo infatti che Dio,
il quale ha risuscitato Gesù, il Signore, risusciterà
anche noi insieme con Gesù e ci porterà con voi davanti
a lui. Tutto questo avviene per voi, perché se la grazia si
estende a un maggior numero di persone, aumenteranno anche le preghiere
di ringraziamento a lode di Dio. Noi dunque non ci scoraggiamo. Anche
se materialmente camminiamo verso la morte, interiormente, invece,
Dio ci dà una vita che si rinnova di giorno in giorno. La nostra
attuale sofferenza è poca cosa e ci prepara una vita gloriosa
che non ha l'uguale. E noi concentriamo la nostra attenzione non su
quel che vediamo ma su ciò che non vediamo: infatti, quel che
vediamo dura soltanto per breve tempo, mentre ciò che non vediamo
dura per sempre".
Il Testo è tratto da
"Parola del Signore" La Bibbia traduzione interconfessionale
in lingua corrente, Leumann/Roma: Elle Di Ci/Alleanza Biblica Universale,
1985.
LETTURE
BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA |
PRIMO GIORNO
Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di terra
(2
Cor. 4, 7) Speranza
Genesi
15, 1-7 |
Non
temere, Abramo, la tua ricompensa sarà grandissima |
Salmo
16 |
Sei
tu il mio Dio; fuori di te non ho altro bene |
Ebrei
8, 8-12 |
Cristo
invece, è venuto come sommo sacerdote della realtà
definitiva |
Luca
24, 13-35 |
Noi
speravamo |
Preghiera:
Padre,
nonostante la nostra debolezza, ci hai reso testimoni di speranza,
fedeli discepoli di tuo Figlio che vuole dar prova della sua vittoria
a un mondo scettico e inquieto.
Portiamo questo tesoro in vasi di creta e temiamo di non farcela
davanti alla sofferenza e al male. A volte dubitiamo perfino del
potere della parola di Gesù, che ha detto "che siano
una cosa sola". Ridacci la conoscenza di quella gloria che
risplende sul volto di Cristo, affinché con le nostre azioni,
il nostro impegno e tutta la nostra vita, proclamiamo al mondo
che Egli è vivo e che è all'opera tra noi. Amen.
SECONDO
GIORNO
Siamo
oppressi ma non schiacciati
(2
Cor. 4, 8) Fede
Esodo
5, 6-17 |
Rendete
dunque ancor più duro il lavoro di questa gente, e
lo facciano senza tante storie |
Salmo
128 |
Potrai
godere del frutto del tuo lavoro |
Ebrei
11. 13-27 |
Essi
invece desiderano una patria migliore |
Matteo
2, 14-15 |
Giuseppe
si alzò, di notte prese con sé il bambino e
sua madre e si rifugiò in Egitto |
Preghiera:
Dio nostro Padre, tuo Figlio ha conosciuto l'esilio in Egitto:
ti chiediamo di accompagnare gli emigranti di oggi.
Fa' che lo Spirito Santo tocchi i cuori di tutti; affinché
cadano le barriere che ci separano, svanisca il sospetto, cessi
l'odio.
Il tuo Spirito infonda nuova vita alle tue chiese nel loro pellegrinaggio
verso l'unità, e le aiuti a superare le divisioni e a
camminare nella giustizia e nella pace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
TERZO GIORNO
Portiamo sempre in noi la morte di Gesù, perché si manifesti
in noi anche la sua vita
(2
Cor. 4, 10) A immagine di Cristo
Genesi
1, 26-27 |
Dio
creò l'uomo simile a sé, lo creò a immagine
di Dio, maschio e femmina li creò |
Salmo
45 |
Dio
ti ha consacrato con olio |
1
Timoteo 6, 11-16 |
Ubbidisci
al comandamento ricevuto fino al giorno in cui verrà
il Signore nostro Gesù Cristo |
Matteo
5, 14-15 |
Siete
voi la luce del mondo |
Preghiera:
Dio d'amore,
potente creatore di ogni vita.
Aiutaci a discernere in noi e in ciascuno dei nostri fratelli
e sorelle
la tua immagine e somiglianza.
Dacci la forza per obbedire al comandamento del tuo amore universale.
Dio
d'amore,
ti preghiamo: fa' che la nostra testimonianza porti all'unità
delle chiese e con una sola voce possiamo incitare tutta l'umanità
ad assumersi la responsabilità della creazione e del
nostro prossimo. Amen.
QUARTO
GIORNO
Perché
anche la sua vita si manifesti nella nostra vita mortale
(2
Cor. 4, 11) Dignità della vita
Esdra
1, 1-4 |
Perciò
mi rivolgo a tutti quelli che appartengono al suo popolo.
Il vostro Dio vi accompagni |
Salmo
50 |
Il
cielo proclami la giustizia di Dio |
Romani
6, 6-14 |
Così,
anche voi, consideratevi morti al peccato, ma viventi per
Dio, con Cristo Gesù |
Marco
9, 33-37 |
Se
uno vuole essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti e
il servitore di tutti |
Preghiera:
O Dio,
ci affidiamo a te perché confidiamo solo nella tua forza.
Calma i nostri corpi e le nostre menti,
vieni nei nostri cuori,
e nelle nostre fatiche quotidiane aiutaci ad apprezzare il potere
di rinnovamento che ci offri.
O
Dio,
aprici la via dell'unità.
Portaci per mano sulla strada del tuo regno affinché
siamo testimoni di speranza.
Non lasciarci cedere alla disperazione
perché attraverso la sua risurrezione Cristo ha vinto
la morte.
O
Dio, nostra speranza,
dacci il tuo Spirito di verità, coraggio e forza
in modo che possiamo proseguire verso la piena e visibile
unità della chiesa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
QUINTO
GIORNO - Dio,
sorgente di unità
Ezechiele
6, 24-28 |
"Voi
sarete il mio popolo, io sarò il vostro Dio" |
Salmo
36, 6-10 |
In
te è la sorgente della vita |
Atti
16, 11-15 |
"Un
sabato uscimmo dalla città per andare a pregare: pensavamo
infatti che lungo il fiume ci fosse un luogo di preghiera" |
Giovanni
17, 20-23 |
"Fa'
che siano tutti una cosa sola" |
SESTO
GIORNO - Dio,
fonte di carità
Isaia
42, 1-9 |
"Io
ti ho formato e per mezzo tuo farò un'alleanza con
tutti i popoli e porterò la luce alle nazioni" |
Salmo
36, 6-10 |
In
te è la sorgente della vita |
Atti
5, 12-16 |
Gli
apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente |
Giovanni
5, 1-9 |
"Signore,
non ho nessuno che mi metta nella piscina" |
SETTIMO
GIORNO - I
frutti della nuova vita
Salmo
1, 1-6 |
Come
albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo
tempo |
Salmo
36, 6-10 |
In
te è la sorgente della vita |
Efesini
3, 14-21 |
A
lui chiedo che siate saldamente radicati e stabilmente fondati
nell'amore |
Matteo
13, 3-9 |
Ma
alcuni semi caddero in un terreno buono e diedero un frutto
abbondante |
OTTAVO
GIORNO - Dio,
sorgente di speranza
Ezechiele
47, 6-12 |
I
loro frutti serviranno da cibo e le loro foglie saranno usate
come medicine |
Salmo
36, 6-10 |
In
te è la sorgente della vita |
Apocalisse
21, 1-7 |
L'acqua
della vita |
Giovanni
4, 7-14 |
L'acqua
che io gli darò diventerà in lui una sorgente
per l'eternità |
L'ECUMENISMO
IN EUROPA
(Il
testo sulla situazione ecumenica in Europa è stato preparato dal
gruppo ecumenico locale e viene stampato sotto la loro responsabilità).
Nel corso dei secoli, la cultura europea è stata segnata
dal cristianesimo; d'altro canto le Chiese hanno subito l'influenza
delle varie culture nazionali. La divisione all'interno della Chiesa
nell'XI secolo tra cristiani d'occidente e cristiani d'oriente dell'
Est Europa, come pure la separazione avvenuta nel XVI secolo tra
la Chiesa cattolica Romana e le Chiese Protestanti hanno avuto origini
teologiche, etiche e culturali. Ne è risultata, nelle varie aree
del continente, una situazione ecclesiale segnata da profonde diversità,
ove le Chiese che risultano assolutamente maggioritarie in uno stato,
in altri sono in stretta minoranza.
Dopo il XVI secolo le Chiese Europee hanno anche esportato
verso gli altri continenti le loro divisioni tramite le Missioni.
Il movimento ecumenico moderno fa in modo che tutte le Chiese d'Europa
sentano la responsabilità di rendere possibile un rinnovamento della
storia per avanzare verso una progressiva comunione.
Al posto di una semplice coesistenza o di opposizioni tra
le Chiese, ove le differenze di fede suscitano sospetti anche sugli
elementi in comune, oggi si sottolinea la comunione che ci viene
data in Cristo dal Dio Trinitario, ed è proprio in questa luce che
vengono chiarite e giudicate le antiche divergenze teologiche.
I
Esperienze Ecumeniche La comunione tra le Chiese orientali
e quelle occidentali è stata approfondita grazie ai numerosi incontri
e dialoghi sia tra la Chiesa Cattolica Romana e quelle Ortodosse
come anche tra le Chiese Riformate e quelle Ortodosse Orientali.
Dal punto di vista ecumenico, la Dichiarazione sulle divergenze
cristologiche tra le Chiese Ortodosse e le Chiese Precalcedonesi
(1993) è estremamente significativa.
Le Chiese Ortodosse e le Chiese Evangeliche nate con la Riforma,
hanno fondato nel 1959 la Conferenza delle Chiese Europee (KEK )
per promuovere la testimonianza e il servizio comune delle Chiese
nella società europea. È precisamente in Europa che undici anni
prima era stato fondato il Consiglio Ecumenico delle Chiese.
In questi ultimi anni le relazioni cattolico-evangeliche
sono state fondamentalmente modificate. Dal giubileo della Confessione
d'Asburgo - dal 1530 la confessione di fede luterana più significativa
- è stato elaborato un documento comune: "Tutti sotto un unico Cristo".
Quasi dappertutto in Europa si verificano scambi regolari di celebrazioni
ecumeniche e collaborazione a diversi livelli. I Paesi dell'Europa
centrale, in cui la diversità confessionale è notevole, rivestono
in tal senso il ruolo di pionieri. "La Dichiarazione comune sulla
Giustificazione", firmata dalla Federazione Luterana mondiale e
dalla Chiesa Cattolica Romana nel 1999, riveste grande attenzione.
Il protestantesimo, frazionato in diverse Chiese, cerca e
trova sempre più la sua unità in seno al movimento ecumenico. Dal
Concordato di Leuenberg, firmato nel 1973, le Chiese Luterane ,
Riformate, e Unite d'Europa si riconoscono reciprocamente e si dichiarano
"in fratellanza di cattedra e di altare/mensa". Anche le Chiese
Metodiste si sono riunite alla Comunione Ecclesiale di Leuenberg.
Le Chiese Anglicane hanno concluso accordi di reciproco riconoscimento
con la Chiesa Evangelica di Germania (Meissen,1988) con le Chiese
Luterane scandinave e Baltiche (Porvoo,1994) e con le Chiese Evangeliche
della Francia (Reuilly,1999).
Strutture
ecumeniche
Questi approcci ecumenici, significativi dal punto di vista
della storia delle Chiese, devono essere attualmente recepite e
vissute in tutto il popolo di Dio. Per questo è necessario che le
istituzioni ecclesiali europee lavorino sempre più insieme a livello
ecumenico (diaconia e lavoro sociale, servizi a favore della pace,
per le donne, per gli uomini, per i giovani ecc.) Le strette relazioni
esistenti sin dall'epoca missionaria con le Chiese d'oltre Europa,
offrono motivo di riflessione per le Chiese europee. La partnership
tra le Chiese e tra le parrocchie, è di stimolo per l'ecumenismo.
Nella quasi totalità dei Paesi d'Europa esistono dei Consigli
Nazionali delle Chiese, con una crescente partecipazione della Chiesa
Cattolica Romana. Sul piano dell'ecumenismo locale e soprattutto
nei numerosi centri confessionali misti, viene vissuta soprattutto
una esperienza spirituale che incoraggia il movimento ecumenico.
Ma esistono anche dei freni ecumenici evidenti. Spesso, molti
cristiani e molte Chiese vivono in situazioni in cui possono operare
ben poco. "L'ecumenismo è buono e bello, ma è molto più bello quando
siamo soli". Questa testimonianza, raccolta alla fine di una celebrazione
ecumenica, evidenzia che una apertura e una spiritualità ecumenica
sono ancora più necessarie che nel passato.
II
Le
Chiese di fronte a un nuovo impegno
L'Europa deve affrontare compiti importanti che hanno
bisogno di un'azione più ardita per la riconciliazione delle Chiese.
Dal 1989, la crisi politica che l'Europa ha conosciuto ha
aperto una nuova tappa nelle relazioni tra le Chiese dell'Est e
quelle dell'Ovest. Il fatto che le Chiese abbiano vissuto contemporaneamente
storie diverse, ha portato a un disconoscimento, a un'incomprensione
e a una sfiducia su tutti i fronti.
Le Chiese d'Europa sono coscienti di avere una nuova responsabilità
di fronte ai grandi problemi attuali come: una vita comunitaria
nella diversità delle culture, dei popoli e delle religioni, in
modo particolare nell'incontro con l'Islam; il senso della vita,
l'incontro dei nuovi gruppi di movimenti religiosi che nascono al
di fuori delle Chiese, lo scambio dei doni tra le religioni del
mondo, gli importanti problemi circa i diritti dell'uomo a seguito
delle scoperte genetiche, come la clonazione fino ai nuovi problemi
inerenti la costituzione dell'unità familiare, dell'ambiente, ecc.
La costituzione dell'Unione Europea esige la vigilante presenza
delle Chiese, soprattutto per ciò che riguarda l'etica e la cultura.
Le Chiese devono vigilare affinché l'Unità europea avvenga sempre
nella prospettiva di un equo scambio con gli altri continenti del
globo.
Solo insieme le Chiese d'Europa potranno fronteggiare questi
grandi sfide.
Collaborazione tra il KEK e la CCEE
La Conferenza delle Chiese Europee (KEK) coinvolge 126 chiese
Anglicane, Protestanti, Ortodosse e vetero- cattoliche.
Il Consiglio della Conferenza Episcopale d'Europa (CCEE)
riunisce le 34 conferenze episcopali del Continente. La KEK e la
CCEE rappresentano, ciascuno per la propria parte, circa la metà
dei cristiani d'Europa.
La collaborazione tra le due istanze costituisce un'autentica
realtà ecumenica in Europa. Essa ha avuto il suo esordio nel 1971
e ha portato a numerosi meeting, come quello di Chantilly, Riva
del Garda/Trento, Erfurt, Santiago de Compostela, Assisi, e a incontri
al vertice, come le due assemblee ecumeniche europee (EEAs).
L'incontro ecumenico europeo del 1989 di Basilea (Svizzera)
ha riunito, per la prima volta nel nostro continente, tutti i cristiani
sul tema "Pace e Giustizia per tutta la creazione".
Nel 1997 si sono incontrati nella città austriaca di Graz,
più di 10.000 delegati di tutte le Chiese d'Europa e circa 200 Chiese
e Conferenze Episcopali sul tema "Riconciliazione, dono di Dio e
fonte di vita nuova".
Il comitato congiunto "Islam in Europa" ha stabilito una
rete d'incontri con l'Islam: reciprocità, matrimoni misti, relazioni
tra religione e nazione, preghiera nelle religioni e tra religioni.
La commissione "Chiesa e Società" del KEK e la Commissione
degli Episcopati cattolici della Comunità Europea (COMECE) hanno
ambedue svolto le loro sedute a Bruxelles e affiancano i lavori
delle istituzioni politiche europee.
Nella settimana di Pasqua 2001, cento responsabili e delegati
delle Chiese e dei movimenti ecumenici e cento giovani si sono incontrati
in Francia, a Strasburgo per uno scambio tra generazioni e per definire
gli orientamenti per l'inizio del terzo millennio.
Le Chiese d'Europa sono impegnate da molti anni in un progetto
esigente e ricco di prospettive: La Charta Ecumenica per l'Europa.
Essa intende permettere alle Chiese di precisare gli scopi da raggiungere
e di stabilire delle regole per fare un cammino insieme.
Prospettive
per l'avvenire
L'Assemblea Ecumenica di Graz ha descritto le sfide che si
propongono alle Chiese per compiere ulteriori passi verso l'unità
visibile:
-
la necessità di una spiritualità e di una cultura ecumenica in
grado di portare i fedeli senza sosta al cuore del Vangelo;
-
l'ampliamento di tale cultura ecumenica all'intero popolo dei
credenti;
-
l'apertura di un nuovo spazio ecumenico, in grado di accogliere
le famiglie confessionali nella loro specificità, così come le
nuove Chiese dell'Est e dell'Ovest Europa, del Nord e del Sud
della terra. Un tale spazio dovrà essere affrancato da ostacoli
legati alla storia, alla cultura, alla psicologia e alla legge,
al fine di poter garantire un autentico dialogo teologico;
-
l'approfondimento del dialogo, per evitare ogni contraddizione
tra concetto di dialogo e quello di verità; - lo sviluppo di un
ecumenismo che sia in grado di tradursi in vita pratica, con gesti
d'amore, nell'incontro e nell'umile servizio, affinché ognuno
possa divenire parte dei doni di tutti.
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DATE IMPORTANTI
NELLA STORIA DELLA
PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI |
ca. 1740
In Scozia, nascita
di un movimento pentecostale con collegamenti nordamericani, il
cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a
pregare per e con tutte le Chiese.
1820
Il Rev. James
Haldane Stewart pubblica "Suggerimenti per l'Unione generale dei
Cristiani per l'effusione dello Spirito" (Hints for the General
Union of Christians for the Outpouring of the Spirit).
1840
Il Rev. Ignatius
Spencer, convertito al cattolicesimo, propone d'istituire "L'Unione
di Preghiera per l'Unità".
1867
Nel Preambolo
alle sue risoluzioni, la prima Assemblea dei vescovi Anglicani
a Lambeth sottolinea la preghiera per l'Unità.
1894
Papa Leone XIII
incoraggia la pratica dell'Ottavario di Preghiere per l'Unità
nel contesto della Pentecoste.
1908
Celebrazione dell'"Ottavario
per l'Unità della Chiesa" su iniziativa del Rev. Paul Wattson.
1926
Il Movimento Fede
e Costituzione inizia la pubblicazione di "Suggerimenti per l'Ottavario
di Preghiere per l'Unità dei Cristiani".
1935
L'Abate Paul Couturier,
in Francia, promuove la "Settimana universale di Preghiere per
l'unità dei Cristiani" basata sulla preghiera per "l'unità voluta
da Cristo, con i mezzi voluti da Lui".
1958
Il Centro "Unità
Cristiana" di Lione, Francia, inizia la preparazione del tema
per la Settimana di Preghiera in collaborazione con la Commissione
"Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
1964
Il "Decreto sull'Ecumenismo",
del Concilio Vaticano II, sottolinea che la preghiera è l'anima
del movimento ecumenico, ed incoraggia l'osservanza della Settimana
di Preghiera.
1966
La Commissione
"Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese ed
il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
decidono di preparare congiuntamente ogni anno il testo della
Settimana di Preghiera.
1968
Per la prima volta
la "Preghiera per l'Unità" viene celebrata in base al testo elaborato
in collaborazione tra "Fede e Costituzione" e il Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
1994
Il gruppo internazionale
che prepara la "Preghiera per l'Unità" viene ampliato con la partecipazione
di due organizzazioni ecumeniche laiche: l'Alleanza Universale
delle Unioni Cristiani Giovanili (YMCA) e l'Alleanza Universale
delle Unioni Cristiane Femminili (YWCA).
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