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GUIDA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI


"UN TESORO COME IN VASI DI TERRA"
2 Corinzi 4, 5-18



18-25 gennaio 2003

PRESENTAZIONE | INTRODUZIONE | TESTO BIBLICO
LETTURE BIBLICHE | DATE IMPORTANTI NELLA STORIA

MODULO ORDINATIVI


 




 

Cari fratelli i e sorelle in Cristo,
 
    "Annunziamo che Gesù Cristo è il Signore": è questa la luce di cui il cristiano è portatore, e cioè la fede nel Gesù pasquale, morto risorto e asceso al cielo, vincitore del peccato e della morte.

    È un annuncio di vita ad un mondo che sta smarrendo il senso della vita e della storia, tutto preso dal fascino dell´immediato. Il credente invece ha sperimentato per grazia "la luce vera che illumina ogni uomo" e ha contemplato il suo "splendore divino" (Gv 1,9 e 14); per questo può e deve testimoniarlo ad una società che vive "come se Dio non ci fosse". È in Cristo che si riflette la gloria di Dio: volto da contemplare, quindi, per quel desiderio di "vedere Gesù" che mosse alcuni greci a chiedere la mediazione di Filippo (Gv 12,21). Vederlo, e non soltanto parlare con Gesù , nel tentativo di penetrare attraverso uno sguardo, un sorriso, un'inflessione del volto qualcosa del mistero indicibile di Dio, un mistero di amore che si traduce per Dio in "gloria", per l'uomo in "vita" come visione del divino in un volto umanissimo. Torna alla mente l'effato di Ireneo di Lione: "L'uomo vivente è la gloria di Dio; vita dell'uomo è la visione di Dio".

    Non possiamo prescindere dal Cristo della storia, di lui che "ha lavorato con mani d'uomo", e ci offre quindi un volto d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo", e ci offre quindi un volto d'uomo da contemplare, pronti a ritrovarlo con la fede in quei volti d'uomo dietro i quali si ri-vela oggi a chi lo cerca. È dietro ai poveri del cap. 25 di Matteo che egli ama nascondersi ("Avevo fame e mi avete dato da mangiare" ecc.) per vedere se sappiamo ancora cercarlo in essi con la fede, senza scandalizzarci d'una mediazione che può non essere sempre gradevole.

    Forse in certi volti segnati dalla violenza e dell'abbrutimento c'è difficile rintracciare il volto di Gesù, il volto suo compassionevole di crocifisso. Ma in ogni crocifisso lo Spirito ci consente di scorgere i primi riflessi del risorto.

    Abbiamo bisogno, allora, che lo Spirito ci sveli il mistero di questo volto, al quale possiamo arrivare in pienezza solo facendoci prendere per mano dalla grazia. È Gesù stesso che lo disse a Pietro: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17).

    E sarà la grazia a farci ritrovare il volto di Cristo nei crocifissi della vita, nei dannati della terra: i barboni delle stazioni ferroviarie, i miserabili degli slums, gli affamati di Korogondo, le prostitute bambine degli harem dei potenti o delle squallide periferie delle grandi città del mondo. Sempre volti di Cristo sono quei volti spauriti di gente perduta, quegli sguardi incattiviti di ragazzi che imbracciano il fucile per uccidere, quei giovani che in nome d'un "paradiso" speciale per i terroristi ammazzano e si ammazzano...

    Dio mio, com'è tragico il volto del tuo Cristo di nuovo crocifisso dal peccato degli uomini! A volte non reggiamo a tanta deformazione e ci ribelliamo. Ci rendiamo conto di portare il tesoro della fede in vasi di terra, fragili e precari, la cui forza di resistenza può venire solo da te, Signore della vita e dell'amore! Non farci scandalizzare per nessuna miseria umana. Né la nostra né quella di un mondo che ti cerca a tentoni, o forse non ti cerca neppure più perché pensa di non avere più bisogno di te! Consentici di riscoprire i lineamenti del tuo Cristo in ogni uomo e in ogni donna smarriti senza scandalizzarci delle deformazioni indotte dal peccato, ed anzi di ricercarli quei lineamenti con pazienza per le vie della preghiera e del silenzio contemplativo, per i sentieri della carità che si fa servizio gratuito e solidarietà.

    Ed anche sul volto della Chiesa, imbruttito dalle rughe e dalle macchie delle nostre divisioni (Ef 5,27), c'è da fissare con volontà di conversione il nostro sguardo di cristiani, perché è anche essa volto di Cristo. Ma chi non riuscirà a scandalizzarsi di quelle rughe e di quelle macchie, e cioè dei drammi vistosi delle nostre divisioni e del nostro guardarci ancora con sospetto? Com'è necessario lavorare per un recupero pieno dei lineamenti originari della Chiesa, armonizzando le diversità legittime e compatibili che non siano però divisioni e lacerazioni, ben aldilà delle nostre piccole cosmesi provvisorie e nient'affatto risolutive.

    Certo, quando una ruga s'è attestata da molto tempo sul volto, è difficile curare la deformazione indotta. Ma lo Spirito Santo di Dio, che ha dato al volto crocifisso di Cristo uno splendore indicibile di gloria, saprà ben trovare la strada della ricomposizione dell'armonia. Oggi ci è chiesto di portare con pazienza i segni della morte perché "la vita del Risorto si manifesti nella nostra vita mortale". Anche la pazienza dell'attesa e la speranza contro ogni speranza son virtù ecumeniche!

 

Chiesa Cattolica


Giuseppe Chiaretti
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
Presidente, Segretariato CEI per l'Ecumenismo e il Dialogo

  

Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia


Prof. Gianni Long
Presidente


Vicariato Ortodosso Romeno d'Italia


Arciprete Traian Valdman
Vicario eparchiale

 


 

"UN TESORO COME IN VASI DI TERRA"
 
(2 Corinzi 4, 5-18)

    Il complesso flusso di migrazioni ha avuto un grande impatto sulle vite di molti popoli, di molti Paesi e Chiese nel mondo. L'Argentina costituisce uno dei Paesi ove si sono registrati molti flussi immigratori che hanno registrato effetti non solo a livello nazionale ma anche nella vita delle Chiese. Il progetto iniziale per la preghiera per l'Unità dei Cristiani di quest'anno è opera di un gruppo ecumenico in Argentina che ha scelto il testo biblico e le riflessioni che ne derivano constatando che l'Argentina è una nazione nata da un ceppo locale e da immigrati.

    La fame, le guerre e le persecuzioni religiose possono essere considerati elementi scatenanti dell'immigrazione. Ci sono due racconti inerenti al passato recente dell'Argentina che possono renderne l'idea e che evidenziano la necessità per le Chiese di lavorare insieme nella ricerca dell'unità per essere in grado di offrire una risposta di autentica testimonianza.
  1. Una famiglia in fuga dalla violenza emigra e si stabilisce in Argentina. Trova sicurezza ma deve far fronte a una nuova società che non capisce, una lingua che non è la propria e una storia con la quale non si identifica. A volte la popolazione locale non apprezza la loro presenza. La famiglia prova gioia e tristezza nello stesso tempo. Ha lasciato alle sue spalle la paura per scoprire la discriminazione. In alcuni casi deve accettare di essere sfruttata economicamente; è questo il prezzo da pagare per proteggere la propria vita e far crescere i figli. Il nuovo paese li accoglie e li respinge allo stesso tempo. Hanno fiducia e attendono una luce che li guiderà nel buio.

  2. Una giovane donna arriva in una grande città in cerca di lavoro. È cresciuta in campagna ed è stata costretta ad abbandonarla nel desiderio di un futuro migliore. Ha lasciato la famiglia, gli amici ed ora si trova di fronte ad una nuova società. La sua pelle e il suo accento rivelano le sue origini, probabilmente ha sangue del luogo. Anche lei deve pagare un alto prezzo. Fa l'esperienza delle luci della metropoli ma nel contempo sperimenta la tristezza della solitudine. È straniera nel proprio paese. Molte volte si sente trattata come se non avesse alcun diritto di godere dei benefici che la vita offre. Non ha nessuno in cui riporre la propria fiducia ma confida ancora di trovare il suo posto nella società.

    Tali situazioni hanno indotto il gruppo locale a riflettere su come la Parola di Dio ci dia forza per affrontare situazioni difficili e ci ricorda costantemente che tutto il popolo di Dio è pellegrino sulla via del Regno. La Bibbia ci presenta innumerevoli esempi di persone che migrano da un luogo all'altro per le stesse motivazioni di oggi. Abramo e Sara, Giacobbe, Amos, Giuseppe, Maria e Gesù sono esempi biblici di migranti.

    L'esperienza dell'immigrazione rivela un mondo diviso. L'unità dei cristiani deve costituire il paradigma dell'unità del genere umano. I cristiani posseggono "un tesoro come in vasi di terra" (2 Cor. 4, 7) che è la gloria di Gesù Cristo, il Signore, vincitore sopra il peccato, la morte, la persecuzione e l'odio. Questo tesoro è, come dice Paolo in 2 Cor. 4, 5-6 la conoscenza della gloria di Dio che risplende in Gesù poiché egli ha rivelato la profondità dell'amore di Dio e la misericordia per l'intera creazione in special modo per i poveri della terra.

    Il testo 2 Cor. 4, 5-18 ci invita a riconoscere che disponiamo di un tesoro che non ci appartiene ma che è dono di Dio per rafforzarci nei momenti di angoscia e infonderci coraggio nella tristezza. Portiamo questo tesoro nella fragilità della nostra natura umana affinché sia chiaro che tale dono ha origine in Dio e non è opera nostra. Dio ci invita a dargli testimonianza tramite la nostra debolezza umana.

    Il corpo di Cristo è indiviso e per tale ragione le divisioni tra i cristiani costituiscono una contro testimonianza a questa verità che dobbiamo superare. Riconosciamo che le barriere sono profonde e che le nostre forze fisiche non sono sufficienti per guarire il peccato della divisione. L'unità della Chiesa deve essere raggiunta tramite l'azione e la potenza dello Spirito Santo che agisce in noi, così che ogni passo verso l'unità deve essere visto come un atto di Dio che ci conduce sempre più vicino al suo Regno.

    Abbiamo bisogno di accettare la sfida dell'Apostolo Paolo che ha detto che "Ho creduto, perciò ho parlato" (2 Cor. 4, 13). Non parlare è nascondere la realtà visibile di Cristo che agisce in noi, che è la base dell'azione della Chiesa nel mondo. Così, con questa forza che ci viene data dobbiamo rivolgerci al nostro vicino per condividere la luce di Cristo e scambievolmente riconoscere che siamo in debito con Dio che ha dato la vita di suo Figlio per la salvezza dell'umanità. Sono questi i temi scaturiti dalla celebrazione ecumenica e sviluppati dalle riflessioni bibliche per gli "8 Giorni". Il fine delle riflessioni proposte è quello di approfondire il tema biblico centrale e collegarlo al problema delle migrazioni scelto dal gruppo ecumenico locale argentino. Le comunità cristiane sono invitate a utilizzare il materiale per continuare la loro preghiera per l'unità dei cristiani.

    Gli "8 Giorni di Preghiera"sono stati così strutturati:

    Paolo, nella sua lettera ai Corinzi incoraggia i fratelli e le sorelle cristiane col messaggio di speranza che è Gesù Cristo. È lui il messaggio di Dio che rivela la sua gloria e la sua luce che continua a brillare in un mondo di tenebre (2 Cor. 4, 5-6). È questa la speranza che uomini e donne portano nel cuore, consapevoli che la sua sorgente è in Dio e non in noi. È il tesoro che sostiene il pellegrino e il migrante nelle sue condizioni di fragilità (1º giorno, 2 Cor. 4, 7).

    La comune fede in Cristo è la nostra speranza e il nostro tesoro. Nel mondo molti uomini, donne e bambini sperimentano il peso della persecuzione, dell'afflizione e dell'abbandono poiché costretti a lasciare le case e a vivere sulla strada, costantemente staccati dal proprio ambiente familiare. Paolo riflette sull'esperienza delle persecuzioni offrendo la consolazione della fede cristiana, poiché Gesù ha assunto la nostra condizione umana capace di elevarsi, che rivela la forza di Dio nella propria debolezza. Allora non siamo né schiacciati né spinti alla disperazione ; non siamo abbandonati o abbattuti, poiché abbiamo fede (2º giorno, 2 Cor. 4, 8).

    Il mistero della redenzione rifulge in situazioni in cui, per la grazia di Dio, lo spirito umano rende visibile l'immagine di Cristo nella fragilità delle nostre membra. In tale fragilità vediamo la morte di Cristo portata nel proprio corpo, ma tramite la misericordia di Dio, possiamo anche vedere l'immagine di Cristo rivelata. Troppo spesso il peccato della discriminazione rivela una cultura di morte, che non è nient'altro che il desiderio di eliminare la diversità, cioè l'altro. La missione della Chiesa è quella d' individuare insieme le modalità per affermare l'immagine di Cristo nell'altro, come una ricca sorgente, un dono prezioso. La presenza di Cristo manifestata in noi ci rinnova, così che, tramite una dignità che non può essere cancellata, possiamo rendere visibile l'immagine di Dio. È soltanto quando apprezziamo un tale tesoro che ogni essere umano porta, nella sua umanità, l'accoglienza verso gli altri, vedendo in essi la somiglianza con Dio (3º giorno, 2 Cor. 4,10).

    Sembra una contraddizione, ma fino a quando c'è vita in noi, dobbiamo imparare a dare oltre la morte, a morire noi stessi affinché Cristo possa vivere in noi. Nel far questo, ci apriamo al vero valore della vita stessa, una vita che è stata affidata a Cristo affinché la sua vita possa manifestarsi nella nostra carne. Tutti i cristiani sono chiamati a testimoniare che il peccato non ha più dominio su di noi. Ciò avviene ove le Chiese, insieme nel mondo, rendono testimonianza alla dignità della vita, che è vita nuova in Cristo. (4º giorno, 2 Cor. 4, 11).

    Nelle condizioni precarie in cui si trovano sia i pellegrini che i migranti, le Chiese cristiane riunite "nel medesimo spirito di fede" offrono le loro voci ai forestieri e ai diseredati. È perché confessiamo la stessa fede che siamo in grado di trovare le parole da dire. Il tema del 5º giorno (2 Cor. 4, 14) incoraggia i cristiani a riflettere sulla necessità di parlare con coraggio delle condizioni disperate dei senza tetto, dei rifugiati, degli immigrati, della gente di strada, delle popolazioni dei migranti e delle donne e dei bambini indigenti. Veramente noi crediamo al potere rinnovatore di Dio in Gesù Cristo e così, insieme, parliamo con coraggio contro tutto ciò che distrugge la dignità umana.

    È insito nella missione della Chiesa essere segno della grazia di Dio nella società. I valori di questo mondo che passa non coincidono necessariamente con quelli del regno dei più fortunati. Gesù ha affidato a ogni cristiano e alle Chiese insieme la missione di vivere la giustizia del Regno di Dio come una forza nuova, capace di rinnovare la società. La giustificazione che gratuitamente ci è stata data per la grazia di Dio ci obbliga a vivere da salvati nel mondo. (6º giorno, 2 Cor. 4, 15).

    Nonostante le innumerevoli difficoltà e persecuzioni non ci siamo persi d'animo. San Paolo c'incoraggia a restare forti perché noi portiamo nella nostra carne non soltanto la morte di Cristo, ma anche la sua vita. La Chiesa è lì dove è chiaramente evidenziata la vittoria di Cristo sulla morte poiché essa è comunità di coraggio. La perseveranza di coloro che cercano di perseguire l'unità dei cristiani costituisce un'importante realtà per coloro che si perdono d'animo e per quelli che sono tentati di offrire le proprie energie per tale causa, essa è segno della potenza della grazia di Dio nonostante le innumerevoli difficoltà. Gesù ha pregato per l'unità di tutti coloro che veramente portano il suo nome, affinché il mondo creda. Nonostante gli ostacoli sul nostro cammino verso l'unità dei cristiani, le Chiese devono agire insieme con coraggio e perseveranza di fronte alle avversità per offrire a un mondo diviso un esempio di unità ed essere segno della potenza della morte di Cristo sopra tutte le forze del peccato e delle tenebre (7º giorno, 2 Cor. 4, 10).

    L'ottavo giorno riflettiamo su come la sofferenza che sopportiamo "Ci prepari una vita gloriosa che non ha l'uguale" (2 Cor. 4,17). Questa non è una visione utopistica di come potranno cessare le lotte umane, poiché l'apostolo Paolo c' invita a riflettere su come verremo trasformati dalla grazia delle risurrezione se resteremo uniti nella fede ai patimenti di Cristo. Noi portiamo nelle nostre membra la sua sofferenza e la sua risurrezione. Ecco perché S. Paolo ci esorta a guardare al di là di quello che i nostri occhi possono percepire, verso l'eterno che ci viene rivelato nella gloria di Cristo. L'unità di tutti i credenti in Cristo è resa visibile quando i cristiani veramente affrontano i propri doveri nel mondo in cui sono chiamati ad operare.

    Ognuno degli "8 Giorni" propone una preghiera che implora la grazia di Dio per l'unità di tutti i credenti in Cristo. Il valore della preghiera per l'unità non può essere mai sottolineato abbastanza, poiché è il luogo ove tutti i cristiani, tramite la forza dello Spirito Santo umilmente riconoscono che l'unità auspicata da Dio per la Chiesa è di per sé un dono. Preghiamo allora con perseveranza affinché possiamo essere pronti a ricevere questo dono e custodirlo nel "vaso di terra" della nostra fragilità umana.

 



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(2 Corinzi 4, 5-18)

"Infatti noi non esaltiamo noi stessi: annunziamo che Gesù Cristo è il Signore. Noi siamo soltanto vostri servi a causa di Gesù. E Dio che ha detto: "Risplenda la luce nelle tenebre", ha fatto risplendere in noi la luce per farci conoscere la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo.

Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di terra, perché sia chiaro che questa straordinaria potenza viene da Dio e non da noi. Siamo oppressi, ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati. Siamo perseguitati, ma non abbandonati, colpiti, ma non distrutti. Portiamo sempre in noi la morte di Gesù, perché si manifesti in noi anche la sua vita. Siamo vivi, ma continuamente esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la sua vita si manifesti nella nostra vita mortale. Così, la morte agisce in noi perché in voi agisca la vita.

È scritto nella Bibbia: "Ho creduto, perciò ho parlato". Anche noi abbiamo questo stesso spirito di fede, anche noi crediamo e per questo parliamo. Sappiamo infatti che Dio, il quale ha risuscitato Gesù, il Signore, risusciterà anche noi insieme con Gesù e ci porterà con voi davanti a lui. Tutto questo avviene per voi, perché se la grazia si estende a un maggior numero di persone, aumenteranno anche le preghiere di ringraziamento a lode di Dio. Noi dunque non ci scoraggiamo. Anche se materialmente camminiamo verso la morte, interiormente, invece, Dio ci dà una vita che si rinnova di giorno in giorno. La nostra attuale sofferenza è poca cosa e ci prepara una vita gloriosa che non ha l'uguale. E noi concentriamo la nostra attenzione non su quel che vediamo ma su ciò che non vediamo: infatti, quel che vediamo dura soltanto per breve tempo, mentre ciò che non vediamo dura per sempre".
 

Il Testo è tratto da "Parola del Signore" La Bibbia traduzione interconfessionale in lingua corrente, Leumann/Roma: Elle Di Ci/Alleanza Biblica Universale, 1985.

 


 


LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA

 
    PRIMO GIORNO
Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di terra
(2 Cor. 4, 7) Speranza

Genesi 15, 1-7 Non temere, Abramo, la tua ricompensa sarà grandissima
Salmo 16 Sei tu il mio Dio; fuori di te non ho altro bene
Ebrei 8, 8-12 Cristo invece, è venuto come sommo sacerdote della realtà definitiva
Luca 24, 13-35 Noi speravamo


Preghiera:

Padre,
nonostante la nostra debolezza, ci hai reso testimoni di speranza, fedeli discepoli di tuo Figlio che vuole dar prova della sua vittoria a un mondo scettico e inquieto.
Portiamo questo tesoro in vasi di creta e temiamo di non farcela davanti alla sofferenza e al male. A volte dubitiamo perfino del potere della parola di Gesù, che ha detto "che siano una cosa sola". Ridacci la conoscenza di quella gloria che risplende sul volto di Cristo, affinché con le nostre azioni, il nostro impegno e tutta la nostra vita, proclamiamo al mondo che Egli è vivo e che è all'opera tra noi. Amen.


    SECONDO GIORNO
Siamo oppressi ma non schiacciati
(2 Cor. 4, 8) Fede



Esodo 5, 6-17 Rendete dunque ancor più duro il lavoro di questa gente, e lo facciano senza tante storie
Salmo 128 Potrai godere del frutto del tuo lavoro
Ebrei 11. 13-27 Essi invece desiderano una patria migliore
Matteo 2, 14-15 Giuseppe si alzò, di notte prese con sé il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto


Preghiera:

Dio nostro Padre, tuo Figlio ha conosciuto l'esilio in Egitto: ti chiediamo di accompagnare gli emigranti di oggi.
Fa' che lo Spirito Santo tocchi i cuori di tutti; affinché cadano le barriere che ci separano, svanisca il sospetto, cessi l'odio.
Il tuo Spirito infonda nuova vita alle tue chiese nel loro pellegrinaggio verso l'unità, e le aiuti a superare le divisioni e a camminare nella giustizia e nella pace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


    TERZO GIORNO
Portiamo sempre in noi la morte di Gesù, perché si manifesti in noi anche la sua vita

(2 Cor. 4, 10) A immagine di Cristo
Genesi 1, 26-27 Dio creò l'uomo simile a sé, lo creò a immagine di Dio, maschio e femmina li creò
Salmo 45 Dio ti ha consacrato con olio
1 Timoteo 6, 11-16 Ubbidisci al comandamento ricevuto fino al giorno in cui verrà il Signore nostro Gesù Cristo
Matteo 5, 14-15 Siete voi la luce del mondo

 


Preghiera:

Dio d'amore,
potente creatore di ogni vita.
Aiutaci a discernere in noi e in ciascuno dei nostri fratelli e sorelle
la tua immagine e somiglianza.
Dacci la forza per obbedire al comandamento del tuo amore universale.

Dio d'amore,
ti preghiamo: fa' che la nostra testimonianza porti all'unità delle chiese e con una sola voce possiamo incitare tutta l'umanità ad assumersi la responsabilità della creazione e del nostro prossimo. Amen.



    QUARTO GIORNO
Perché anche la sua vita si manifesti nella nostra vita mortale
(2 Cor. 4, 11) Dignità della vita

Esdra 1, 1-4 Perciò mi rivolgo a tutti quelli che appartengono al suo popolo. Il vostro Dio vi accompagni
Salmo 50 Il cielo proclami la giustizia di Dio
Romani 6, 6-14 Così, anche voi, consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, con Cristo Gesù
Marco 9, 33-37 Se uno vuole essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti


Preghiera:

O Dio,
ci affidiamo a te perché confidiamo solo nella tua forza.
Calma i nostri corpi e le nostre menti,
vieni nei nostri cuori,
e nelle nostre fatiche quotidiane aiutaci ad apprezzare il potere di rinnovamento che ci offri.

O Dio,
aprici la via dell'unità.
Portaci per mano sulla strada del tuo regno affinché siamo testimoni di speranza.
Non lasciarci cedere alla disperazione
perché attraverso la sua risurrezione Cristo ha vinto la morte.

O Dio, nostra speranza,
dacci il tuo Spirito di verità, coraggio e forza
in modo che possiamo proseguire verso la piena e visibile unità della chiesa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.



     QUINTO GIORNO - Dio, sorgente di unità
Ezechiele 6, 24-28 "Voi sarete il mio popolo, io sarò il vostro Dio"
Salmo 36, 6-10 In te è la sorgente della vita
Atti 16, 11-15 "Un sabato uscimmo dalla città per andare a pregare: pensavamo infatti che lungo il fiume ci fosse un luogo di preghiera"
Giovanni 17, 20-23 "Fa' che siano tutti una cosa sola"


     SESTO GIORNO - Dio, fonte di carità
Isaia 42, 1-9 "Io ti ho formato e per mezzo tuo farò un'alleanza con tutti i popoli e porterò la luce alle nazioni"
Salmo 36, 6-10 In te è la sorgente della vita
Atti 5, 12-16 Gli apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente
Giovanni 5, 1-9 "Signore, non ho nessuno che mi metta nella piscina"


     SETTIMO GIORNO - I frutti della nuova vita
Salmo 1, 1-6 Come albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo tempo
Salmo 36, 6-10 In te è la sorgente della vita
Efesini 3, 14-21 A lui chiedo che siate saldamente radicati e stabilmente fondati nell'amore
Matteo 13, 3-9 Ma alcuni semi caddero in un terreno buono e diedero un frutto abbondante


     OTTAVO GIORNO - Dio, sorgente di speranza
Ezechiele 47, 6-12 I loro frutti serviranno da cibo e le loro foglie saranno usate come medicine
Salmo 36, 6-10 In te è la sorgente della vita
Apocalisse 21, 1-7 L'acqua della vita
Giovanni 4, 7-14 L'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente per l'eternità

 


L'ECUMENISMO IN EUROPA

(Il testo sulla situazione ecumenica in Europa è stato preparato dal gruppo ecumenico locale e viene stampato sotto la loro responsabilità).

    Nel corso dei secoli, la cultura europea è stata segnata dal cristianesimo; d'altro canto le Chiese hanno subito l'influenza delle varie culture nazionali. La divisione all'interno della Chiesa nell'XI secolo tra cristiani d'occidente e cristiani d'oriente dell' Est Europa, come pure la separazione avvenuta nel XVI secolo tra la Chiesa cattolica Romana e le Chiese Protestanti hanno avuto origini teologiche, etiche e culturali. Ne è risultata, nelle varie aree del continente, una situazione ecclesiale segnata da profonde diversità, ove le Chiese che risultano assolutamente maggioritarie in uno stato, in altri sono in stretta minoranza.

    Dopo il XVI secolo le Chiese Europee hanno anche esportato verso gli altri continenti le loro divisioni tramite le Missioni. Il movimento ecumenico moderno fa in modo che tutte le Chiese d'Europa sentano la responsabilità di rendere possibile un rinnovamento della storia per avanzare verso una progressiva comunione.

    Al posto di una semplice coesistenza o di opposizioni tra le Chiese, ove le differenze di fede suscitano sospetti anche sugli elementi in comune, oggi si sottolinea la comunione che ci viene data in Cristo dal Dio Trinitario, ed è proprio in questa luce che vengono chiarite e giudicate le antiche divergenze teologiche.

I

    Esperienze Ecumeniche La comunione tra le Chiese orientali e quelle occidentali è stata approfondita grazie ai numerosi incontri e dialoghi sia tra la Chiesa Cattolica Romana e quelle Ortodosse come anche tra le Chiese Riformate e quelle Ortodosse Orientali.

    Dal punto di vista ecumenico, la Dichiarazione sulle divergenze cristologiche tra le Chiese Ortodosse e le Chiese Precalcedonesi (1993) è estremamente significativa.

    Le Chiese Ortodosse e le Chiese Evangeliche nate con la Riforma, hanno fondato nel 1959 la Conferenza delle Chiese Europee (KEK ) per promuovere la testimonianza e il servizio comune delle Chiese nella società europea. È precisamente in Europa che undici anni prima era stato fondato il Consiglio Ecumenico delle Chiese.

    In questi ultimi anni le relazioni cattolico-evangeliche sono state fondamentalmente modificate. Dal giubileo della Confessione d'Asburgo - dal 1530 la confessione di fede luterana più significativa - è stato elaborato un documento comune: "Tutti sotto un unico Cristo". Quasi dappertutto in Europa si verificano scambi regolari di celebrazioni ecumeniche e collaborazione a diversi livelli. I Paesi dell'Europa centrale, in cui la diversità confessionale è notevole, rivestono in tal senso il ruolo di pionieri. "La Dichiarazione comune sulla Giustificazione", firmata dalla Federazione Luterana mondiale e dalla Chiesa Cattolica Romana nel 1999, riveste grande attenzione.

    Il protestantesimo, frazionato in diverse Chiese, cerca e trova sempre più la sua unità in seno al movimento ecumenico. Dal Concordato di Leuenberg, firmato nel 1973, le Chiese Luterane , Riformate, e Unite d'Europa si riconoscono reciprocamente e si dichiarano "in fratellanza di cattedra e di altare/mensa". Anche le Chiese Metodiste si sono riunite alla Comunione Ecclesiale di Leuenberg. Le Chiese Anglicane hanno concluso accordi di reciproco riconoscimento con la Chiesa Evangelica di Germania (Meissen,1988) con le Chiese Luterane scandinave e Baltiche (Porvoo,1994) e con le Chiese Evangeliche della Francia (Reuilly,1999).

Strutture ecumeniche

    Questi approcci ecumenici, significativi dal punto di vista della storia delle Chiese, devono essere attualmente recepite e vissute in tutto il popolo di Dio. Per questo è necessario che le istituzioni ecclesiali europee lavorino sempre più insieme a livello ecumenico (diaconia e lavoro sociale, servizi a favore della pace, per le donne, per gli uomini, per i giovani ecc.) Le strette relazioni esistenti sin dall'epoca missionaria con le Chiese d'oltre Europa, offrono motivo di riflessione per le Chiese europee. La partnership tra le Chiese e tra le parrocchie, è di stimolo per l'ecumenismo.

    Nella quasi totalità dei Paesi d'Europa esistono dei Consigli Nazionali delle Chiese, con una crescente partecipazione della Chiesa Cattolica Romana. Sul piano dell'ecumenismo locale e soprattutto nei numerosi centri confessionali misti, viene vissuta soprattutto una esperienza spirituale che incoraggia il movimento ecumenico.

    Ma esistono anche dei freni ecumenici evidenti. Spesso, molti cristiani e molte Chiese vivono in situazioni in cui possono operare ben poco. "L'ecumenismo è buono e bello, ma è molto più bello quando siamo soli". Questa testimonianza, raccolta alla fine di una celebrazione ecumenica, evidenzia che una apertura e una spiritualità ecumenica sono ancora più necessarie che nel passato.

II

Le Chiese di fronte a un nuovo impegno

    L'Europa deve affrontare compiti importanti che hanno bisogno di un'azione più ardita per la riconciliazione delle Chiese.

    Dal 1989, la crisi politica che l'Europa ha conosciuto ha aperto una nuova tappa nelle relazioni tra le Chiese dell'Est e quelle dell'Ovest. Il fatto che le Chiese abbiano vissuto contemporaneamente storie diverse, ha portato a un disconoscimento, a un'incomprensione e a una sfiducia su tutti i fronti.

    Le Chiese d'Europa sono coscienti di avere una nuova responsabilità di fronte ai grandi problemi attuali come: una vita comunitaria nella diversità delle culture, dei popoli e delle religioni, in modo particolare nell'incontro con l'Islam; il senso della vita, l'incontro dei nuovi gruppi di movimenti religiosi che nascono al di fuori delle Chiese, lo scambio dei doni tra le religioni del mondo, gli importanti problemi circa i diritti dell'uomo a seguito delle scoperte genetiche, come la clonazione fino ai nuovi problemi inerenti la costituzione dell'unità familiare, dell'ambiente, ecc.

    La costituzione dell'Unione Europea esige la vigilante presenza delle Chiese, soprattutto per ciò che riguarda l'etica e la cultura. Le Chiese devono vigilare affinché l'Unità europea avvenga sempre nella prospettiva di un equo scambio con gli altri continenti del globo.

    Solo insieme le Chiese d'Europa potranno fronteggiare questi grandi sfide.

Collaborazione tra il KEK e la CCEE

    La Conferenza delle Chiese Europee (KEK) coinvolge 126 chiese Anglicane, Protestanti, Ortodosse e vetero- cattoliche.

    Il Consiglio della Conferenza Episcopale d'Europa (CCEE) riunisce le 34 conferenze episcopali del Continente. La KEK e la CCEE rappresentano, ciascuno per la propria parte, circa la metà dei cristiani d'Europa.

    La collaborazione tra le due istanze costituisce un'autentica realtà ecumenica in Europa. Essa ha avuto il suo esordio nel 1971 e ha portato a numerosi meeting, come quello di Chantilly, Riva del Garda/Trento, Erfurt, Santiago de Compostela, Assisi, e a incontri al vertice, come le due assemblee ecumeniche europee (EEAs).

    L'incontro ecumenico europeo del 1989 di Basilea (Svizzera) ha riunito, per la prima volta nel nostro continente, tutti i cristiani sul tema "Pace e Giustizia per tutta la creazione".

    Nel 1997 si sono incontrati nella città austriaca di Graz, più di 10.000 delegati di tutte le Chiese d'Europa e circa 200 Chiese e Conferenze Episcopali sul tema "Riconciliazione, dono di Dio e fonte di vita nuova".

    Il comitato congiunto "Islam in Europa" ha stabilito una rete d'incontri con l'Islam: reciprocità, matrimoni misti, relazioni tra religione e nazione, preghiera nelle religioni e tra religioni.

    La commissione "Chiesa e Società" del KEK e la Commissione degli Episcopati cattolici della Comunità Europea (COMECE) hanno ambedue svolto le loro sedute a Bruxelles e affiancano i lavori delle istituzioni politiche europee.

    Nella settimana di Pasqua 2001, cento responsabili e delegati delle Chiese e dei movimenti ecumenici e cento giovani si sono incontrati in Francia, a Strasburgo per uno scambio tra generazioni e per definire gli orientamenti per l'inizio del terzo millennio.

    Le Chiese d'Europa sono impegnate da molti anni in un progetto esigente e ricco di prospettive: La Charta Ecumenica per l'Europa. Essa intende permettere alle Chiese di precisare gli scopi da raggiungere e di stabilire delle regole per fare un cammino insieme.

Prospettive per l'avvenire

    L'Assemblea Ecumenica di Graz ha descritto le sfide che si propongono alle Chiese per compiere ulteriori passi verso l'unità visibile:

- la necessità di una spiritualità e di una cultura ecumenica in grado di portare i fedeli senza sosta al cuore del Vangelo;

- l'ampliamento di tale cultura ecumenica all'intero popolo dei credenti;

- l'apertura di un nuovo spazio ecumenico, in grado di accogliere le famiglie confessionali nella loro specificità, così come le nuove Chiese dell'Est e dell'Ovest Europa, del Nord e del Sud della terra. Un tale spazio dovrà essere affrancato da ostacoli legati alla storia, alla cultura, alla psicologia e alla legge, al fine di poter garantire un autentico dialogo teologico;

- l'approfondimento del dialogo, per evitare ogni contraddizione tra concetto di dialogo e quello di verità; - lo sviluppo di un ecumenismo che sia in grado di tradursi in vita pratica, con gesti d'amore, nell'incontro e nell'umile servizio, affinché ognuno possa divenire parte dei doni di tutti.

 

 

DATE IMPORTANTI NELLA STORIA DELLA
PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI

 
    ca. 1740

In Scozia, nascita di un movimento pentecostale con collegamenti nordamericani, il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le Chiese.



    1820

Il Rev. James Haldane Stewart pubblica "Suggerimenti per l'Unione generale dei Cristiani per l'effusione dello Spirito" (Hints for the General Union of Christians for the Outpouring of the Spirit).



    1840

Il Rev. Ignatius Spencer, convertito al cattolicesimo, propone d'istituire "L'Unione di Preghiera per l'Unità".



    1867

Nel Preambolo alle sue risoluzioni, la prima Assemblea dei vescovi Anglicani a Lambeth sottolinea la preghiera per l'Unità.



    1894

Papa Leone XIII incoraggia la pratica dell'Ottavario di Preghiere per l'Unità nel contesto della Pentecoste.



    1908

Celebrazione dell'"Ottavario per l'Unità della Chiesa" su iniziativa del Rev. Paul Wattson.



    1926

Il Movimento Fede e Costituzione inizia la pubblicazione di "Suggerimenti per l'Ottavario di Preghiere per l'Unità dei Cristiani".



    1935

L'Abate Paul Couturier, in Francia, promuove la "Settimana universale di Preghiere per l'unità dei Cristiani" basata sulla preghiera per "l'unità voluta da Cristo, con i mezzi voluti da Lui".



    1958

Il Centro "Unità Cristiana" di Lione, Francia, inizia la preparazione del tema per la Settimana di Preghiera in collaborazione con la Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese.



    1964

Il "Decreto sull'Ecumenismo", del Concilio Vaticano II, sottolinea che la preghiera è l'anima del movimento ecumenico, ed incoraggia l'osservanza della Settimana di Preghiera.



    1966

La Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese ed il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani decidono di preparare congiuntamente ogni anno il testo della Settimana di Preghiera.



    1968

Per la prima volta la "Preghiera per l'Unità" viene celebrata in base al testo elaborato in collaborazione tra "Fede e Costituzione" e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.



    1994

Il gruppo internazionale che prepara la "Preghiera per l'Unità" viene ampliato con la partecipazione di due organizzazioni ecumeniche laiche: l'Alleanza Universale delle Unioni Cristiani Giovanili (YMCA) e l'Alleanza Universale delle Unioni Cristiane Femminili (YWCA).


 


 

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