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SITUAZIONE ECUMENICA AD ALEPPO, SIRIA
Aleppo, una città ecumenica
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INTRODUZIONE

    La città di Aleppo si trova nel nord della Siria. Fin dall'antichità era rinomata quale punto di incontro di varie civiltà, succedutesi nel tempo, e quale crocevia per carovane commerciali che collegavano l'oriente con l'occidente, il nord con il sud. L'imponente roccaforte e i resti degli antichi mercati (souq) della cittadella ricordano questo illustre passato.
    Aleppo era conosciuta come Borée. Un'antica tradizione narra che Aleppo (Halab in arabo), deriva dalla parola halib, che significa "latte", giacché — sempre secondo la tradizione — Abramo passò per la città e le sue mucche diedero lì il loro latte.


1. CENNI STORICI

    Il cristianesimo si diffuse molto presto ad Aleppo. Dal punto di vista ecclesiastico, la città dipendeva dalla sede apostolica di Antiochia (circa 80 chilometri di distanza), ove i discepoli di Cristo furono per la prima volta chiamati cristiani (Atti 11, 26). Lo storico Michele il Siro riporta una tradizione secondo la quale le regioni di Aleppo e Mounbouj furono evangelizzate dall'apostolo Simone Zelota.

    La prima comunità cristiana di Aleppo rimase per tre secoli senza una gerarchia ufficiale, a causa della persecuzione perpetrata dal governo romano, che allora era pagano. Molti furono i martiri, alcuni dei quali particolarmente venerati, come i santi Sergio e Bacco, e i due dottori Cosma e Damiano.
    Dopo il riconoscimento ufficiale del cristianesimo quale religione dell'impero, all'inizio del IV secolo, la città di Aleppo fu costituita eparchia suffraganea della sede di Antiochia. Risale a quell'epoca la costruzione di chiese e l'organizzazione di conventi attorno cui fiorivano eremi e celle monastiche. Vestigia testimoni di tale fioritura del cristianesimo in quell'area sono ancor oggi le antiche chiese di Aleppo, le città ora disabitate, e le rovine delle chiese nei dintorni di Aleppo, quali la chiesa di san Simeone lo Stilita e le chiese di Mouchabbak, Qalb e Qorechet.
    La vita monastica ad Aleppo raggiunse il suo picco durante il IV e V secolo. La fama degli stiliti, gli "eletti di Dio", si diffuse in tutta le regione ed oltre. Al tempo del vescovo Acacio di Aleppo (378-432) fra gli stiliti troviamo anche delle donne: Marana e Kira.

    La presenza cristiana, nel corso dei secoli, è stata più volte scossa e messa a repentaglio, dall'impero romano prima, e da quello bizantino poi, a motivo dell'eresia ariana e del rigetto del concilio di Calcedonia.
Dopo la conquista musulmana i cristiani furono posti sotto la tutela (zimmah) dei conquistatori. Finita l'epoca delle crociate, che fu seguita dall'invasione dei seleucidi, dei mamelucchi, dei tartari e dei mongoli, la situazione si stabilizzò nel XV secolo, quando la Siria fu conquistata dagli ottomani. Essi riconobbero molte comunità cristiane come enti socio-culturali, che godevano al loro interno di un certo grado di autonomia: millet.
    Fu così che i cristiani, pur essendo divisi per origine e tradizione, impararono a vivere fianco a fianco. Questo stato di fatto era maggiormente visibile ad Aleppo, dove le antiche Chiese bizantino-melchita, armena, maronita e sira vivevano le une accanto alle altre.

    Nel XVII secolo, i mercanti affluirono in gran numero alla metropoli siriana; furono, perciò, istituiti consolati per proteggere i loro interessi. Assieme a loro vennero anche molti religiosi missionari, che contribuirono a diffondere un nuova ondata di spiritualità. I fondatori di cinque ordini religiosi orientali erano tutti originari di Aleppo, e ciascuno di essi fondò conventi in Libano.
    Nel corso del XVIII secolo si sviluppò ad Aleppo una corrente favorevole alla riunione con Roma, che portò alla separazione interna fra le Chiese armena, bizantino-melchita e sira, e alla creazione, per ciascuna di esse, di una comunità ortodossa e una cattolica.
    Nel XIX secolo si formarono anche la comunità caldea e quella latina. Più tardi, grazie allo sforzo dei missionari protestanti, si costituirono anche due comunità evangeliche: una armena e una araba.

    Inizialmente, agli albori del XX secolo, le relazioni fra le varie chiese non erano cordiali, ma nel corso degli anni alcuni eventi storico-sociali a livello nazionale hanno condotto i cristiani verso la via dell'unità. Ne è seguito un nuovo periodo di relazioni ecumeniche, inaugurato dallo storico abbraccio fra il papa Paolo VI e il patriarca Athenagoras I a Gerusalemme. Da allora Aleppo, conosciuta già per la ricchezza delle sue tradizioni religiose, si è rivelata essere un terreno particolarmente fertile, ed il seme dell'unità ha trovato il suo ambiente naturale per crescere, maturare e portare frutti, fino ad oggi. A ciò è dovuta la rapida crescita ecumenica di Aleppo negli ultimi 35 anni, fra le chiese ortodossa, cattolica e protestante. Dobbiamo riconoscere che sono stati i responsabili religiosi che, seguendo le direttive dei loro rispettivi sinodi, hanno contribuito allo sviluppo di questo clima ecumenico; ma non possiamo dimenticare che anche i laici hanno saputo consolidare un'atmosfera di dialogo, in un ambiente ove l'unità dei cristiani è di primaria importanza.


2. ALEPPO OGGI

    Aleppo è una città che conta 1.500.000 abitanti. I cristiani sono una minoranza, e costituiscono il 10% di una popolazione prevalentemente musulmana. La lingua ufficiale è l'arabo, ma vi sono anche comunità cristiane di lingua armena e siriaca.

    La comunità cristiana consta di 11 comunità riconosciute come taifeh, così suddivise: tre eparchie ortodosse (armena di Cilicia, greca di Antiochia, siriana di Antiochia), sei eparchie cattoliche (greco-melchita, armena, sira, maronita, caldea, latina), e due comunità protestanti (armena e araba).
Naturalmente, pur vivendo nel medesimo territorio, ogni capo religioso ha giurisdizione solo sui fedeli della propria comunità. Ogni comunità ha i propri statuti, riconosciuti dallo stato, ed è giuridicamente autonoma per quanto concerne il culto, i certificati matrimoniali, i tribunali ecclesiastici, l'organizzazione amministrativa e delle proprietà immobili, ecc..

    Il giorno di riposo ufficiale è il venerdì, ma è peculiarità di Aleppo che alcune scuole private, industrie e negozi osservino la festività nel giorno di domenica. Ai cristiani che sono tenuti a lavorare di domenica, comunque viene garantito un lasso di tempo perché possano partecipare alle funzioni religiose. Le liturgie principali e le cerimonie particolari (matrimoni, battesimi, ecc...) vengono celebrate di domenica, e la partecipazione effettiva dei fedeli supera le statistiche ufficiali.

    Aleppo conta 36 chiese, oltre a 17 cappelle e 21 conventi. Per la cura pastorale, sono disponibili, in toto, 98 fra sacerdoti ordinati, religiosi e pastori, e 75 suore consacrate. Aleppo è stata e continua ad essere una fonte di vocazioni religiose e sacerdotali, è sede di tre seminari minori ed ospita tre programmi di formazione giovanile.
Istituzioni caritative, educative e culturali sotto il patrocinio delle chiese, ma anche scuole, ospedali, cliniche, case per anziani e orfanotrofi, contribuiscono grandemente allo sviluppo sociale della città, e sono a disposizione di ciascuno, senza discriminazioni.

    Aleppo è inoltre rinomata per aver sviluppato un peculiare spirito di convivialità e di relazioni con i musulmani. Le relazioni fra i capi religiosi e i fedeli, sia cristiani che musulmani, sono fraterne e cordiali, ispirate al rispetto reciproco e caratterizzate dalla cooperazione in campo sociale e dalla comune partecipazione alla vita nazionale, e agli obblighi che ne derivano. I cristiani sono rappresentati in parlamento e negli organi amministrativi ufficiali; detengono pieni diritti civili e sono uguali agli occhi della legge. In questo contesto essi sono chiamati ad una testimonianza di buona condotta, di rettitudine e di comunione davanti ai loro concittadini.

    Questo mosaico di chiese cristiane trova la sua unità nel fatto che i capi religiosi si incontrano regolarmente — l'ultima domenica di ogni mese — per discutere questioni pastorali e intraprendere progetti in comune su temi sociali, confrontandosi su qualsivoglia situazione possa presentarsi. Essi si sono impegnati a respingere ogni sospetto di proselitismo, ad aiutarsi vicendevolmente per salvaguardare gli interessi delle chiese e dare una testimonianza comune davanti ai musulmani. Le chiese cristiane hanno costituito un Consiglio delle autorità delle comunità cristiane di Aleppo, con un proprio segretariato, che, ove sia opportuno o richiesto, rilascia dichiarazioni o redige direttive generali.


3. RELAZIONI ECUMENICHE AD INTRA

    Spinte da questo spirito ecumenico, le chiese di Aleppo hanno potuto registrare significativi progressi in almeno tre aree: la condivisione spirituale, gli accordi pastorali e la collaborazione in attività caritative.


    A. Condivisione spirituale

    I vescovi e i presbiteri partecipano insieme, nelle varie chiese, a battesimi, matrimoni, celebrazioni di fidanzamento ufficiale, funerali. Spesso queste celebrazioni diventano veri e propri eventi ecumenici, suscitando approvazione fra i fedeli. Il fulcro delle nostre relazioni ecumeniche si raggiunge ogni anno durante la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. La commissione ecumenica locale si prende cura di preparare le celebrazioni e di pubblicare un libretto per aiutare i fedeli a prendere parte alle celebrazioni. La prima celebrazione ha lo scopo di riunire i fedeli insieme, la seconda è un incontro per i ragazzi, la terza raduna per la preghiera tutti i ministri ordinati, ed è seguita da un'agape fraterna. Una liturgia ecumenica speciale, in lingua armena, è poi organizzata dalle tre comunità armene della città, che si riuniscono anche in occasione di altri eventi religiosi, o per celebrare ricorrenze nazionali.
    È bello costatare che i ministri delle varie comunità (più di 95) si conoscono tutti personalmente e sono in ottimi rapporti. Risultato di tale cooperazione è la pubblicazione di un annuario valido per tutte le comunità di Aleppo.


    B. Accordi pastorali

    Fra le chiese di Aleppo vi è una reale convergenza e accordo a livello pastorale. Di fatto, tutte le chiese riconoscono reciprocamente il battesimo e i matrimoni interecclesiali, all'interno dei quali, abitualmente, la moglie partecipa al culto della comunità di fede del proprio marito. Nonostante questo clima di reciproco riconoscimento, però, richieste di passaggio da una chiesa ad un'altra sono accettate solo raramente, e unicamente per validi motivi.

    Tutte le scuole, le confraternite e i centri catechetici hanno carattere ecumenico. Degno di nota il fatto che i testi del catechismo usati nelle scuole siriane sono stati scritti da una commissione ecumenica, e ciò ha costituito un esperimento precursore dei tempi.

    Un altro elemento di rilievo è il fatto che le "Società Bibliche" coordinate dai protestanti, l'"Istituto di teologia della Società cattolica per la catechesi" e i vari movimenti ortodossi, sono tutti solidali nella cooperazione per diffondere uno spirito di comunione. Inoltre, tutto il materiale pubblicato dalle chiese di Aleppo (bollettini diocesani e opuscoli parrocchiali) è permeato di spirito ecumenico.
    Diverse commissioni ecumeniche interconfessionali collaborano con il Consiglio delle chiese del medio oriente in ambiti pastorali che riguardano i giovani, la famiglia, la promozione della donna, la salute, ecc....

    Recentemente è stata consacrata una nuova chiesa in un nuovo quartiere della città, una chiesa aperta a tutti i cristiani.

    Uno dei problemi maggiori che ci troviamo ad affrontare insieme è quello dell'emigrazione, fenomeno che pesa gravemente sulle chiese orientali. Tentiamo di contrastare questa piaga con uno atteggiamento di solidarietà ecumenica, elaborando un programma basato su tre principi:
    1. Abbiamo radici nei Paesi arabi: da ciò scaturisce per noi l'impegno a prenderci cura dei luoghi archeologici e di incoraggiare gruppi di i giovani a visitare le rovine delle antiche chiese e a studiare la storia delle chiese d'oriente;
    2. Condividiamo una comune storia con i nostri fratelli e le nostre sorelle musulmane, da cui scaturisce l'importanza del vivere insieme nella stessa terra;
    3. Abbiamo ricchezze che altri paesi non hanno, da qui l'importanza di non lasciare che i cristiani cedano alla lusinga dei paesi sviluppati.


    C. Collaborazione in attività caritative

    Le chiese di Aleppo, come è stato già ricordato, sono conosciute per la loro collaborazione in attività caritative e di promozione umana: assistenza agli anziani, agli orfani, ai poveri, alle famiglie in difficoltà, ai disabili ecc... Anche negli ospedali e nelle cliniche si ravvisa uno spirito aperto, che non fa distinzioni fra persone di diverse confessioni.
Ad Aleppo la comunione spirituale si incarna, concretamente, in una comunione nella carità.

    Noi continuiamo a coltivare la speranza di iniziare un dialogo teologico ufficiale, che al momento, però, è ancora una meta lontana nelle nostre relazioni ecumeniche improntate, come abbiamo avuto modo di illustrare, alla collaborazione sugli aspetti spirituali, pastorali e umanitari.
Stiamo ancora cercando di trovare un accordo su una questione che sta molto a cuore ai fedeli: la possibilità di celebrare ogni anno la Pasqua nella stessa data. Attualmente alcune chiese celebrano la Pasqua secondo il calendario gregoriano, altre secondo il calendario giuliano. Tale diversità potrebbe essere superata.

    Un recente elemento di disturbo è stato la creazione, ad Aleppo, di una nuova, indipendente comunità, che non prende parte alla vita ecumenica, dal momento che neppure riconosce il battesimo delle altre chiese, e che si sta espandendo attraverso forme offensive di proselitismo.


4. RELAZIONI ECUMENICHE AD EXTRA

    Molti vescovi e capi delle comunità religiose di Aleppo mantengono relazioni ufficiali con Consigli ecumenici e con altri organismi e personalità autorevoli in ambito ecumenico, prendendo anche parte ai dialoghi bilaterali con le chiese sorelle. Tale coinvolgimento porta i suoi benefici anche alla vita ecumenica locale.

    Gli organismi ecumenici con cui vengono mantenuti contatti sono:
    —Il Consiglio ecumenico delle chiese, che ha organizzato diversi incontri ad Aleppo, il più significativo dei quali è stato la consultazione sul tema dell'unificazione della data della Pasqua, evento noto, appunto, come "consultazione di Aleppo";
    — Il Consiglio delle chiese del medio oriente, che ha trovato ad Aleppo un fertile terreno di dialogo ecumenico, tanto da costituire un ufficio impegnato nella formazione cristiana, che organizza attività per famiglie, giovani, donne (centrato, in primo luogo, sulla formazione pedagogica);
    — Il Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, che mantiene vive le relazioni ecumeniche nella città, grazie anche ai viaggi di alcuni ufficiali del Pontificio consiglio, mirati a promuovere il dialogo fra le chiese sorelle e ravvivare il processo verso l'unità.

    Non possiamo infine mancare di menzionare che tutte le visite fatte ad Aleppo dai vari Patriarchi, sono state altrettante occasioni di eventi ecumenici.

    La visita di Giovanni Paolo II in Siria (5-8 maggio 2001), ha certamente portato una ventata di freschezza al dialogo ecumenico e all'atmosfera di carità già esistente fra le chiese. Benché le circostanze non abbiano permesso al santo padre di visitare la città di Aleppo, non di meno tutta la città, con i suoi fedeli e i capi religiosi, si sono spostati alla capitale, Damasco, per dargli il benvenuto e partecipare sia alle cerimonie da lui presiedute che agli incontri ecumenici in suo onore.

 


ENDNOTES



  1. La descrizione della situazione ecumenica locale è stata preparata da un gruppo locale, sotto la cui autorità viene pubblicato il testo.

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