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SITUAZIONE
ECUMENICA AD ALEPPO, SIRIA INTRODUZIONE
Il cristianesimo si diffuse molto presto ad Aleppo. Dal punto di vista ecclesiastico, la città dipendeva dalla sede apostolica di Antiochia (circa 80 chilometri di distanza), ove i discepoli di Cristo furono per la prima volta chiamati cristiani (Atti 11, 26). Lo storico Michele il Siro riporta una tradizione secondo la quale le regioni di Aleppo e Mounbouj furono evangelizzate dall'apostolo Simone Zelota.
La prima comunità cristiana di Aleppo rimase per tre secoli
senza una gerarchia ufficiale, a causa della persecuzione perpetrata
dal governo romano, che allora era pagano. Molti furono i martiri, alcuni
dei quali particolarmente venerati, come i santi Sergio e Bacco, e i
due dottori Cosma e Damiano.
La presenza cristiana, nel corso dei secoli, è stata più
volte scossa e messa a repentaglio, dall'impero romano prima, e da quello
bizantino poi, a motivo dell'eresia ariana e del rigetto del concilio
di Calcedonia.
Nel XVII secolo, i mercanti affluirono in gran numero alla metropoli
siriana; furono, perciò, istituiti consolati per proteggere i
loro interessi. Assieme a loro vennero anche molti religiosi missionari,
che contribuirono a diffondere un nuova ondata di spiritualità.
I fondatori di cinque ordini religiosi orientali erano tutti originari
di Aleppo, e ciascuno di essi fondò conventi in Libano. Inizialmente, agli albori del XX secolo, le relazioni fra le varie chiese non erano cordiali, ma nel corso degli anni alcuni eventi storico-sociali a livello nazionale hanno condotto i cristiani verso la via dell'unità. Ne è seguito un nuovo periodo di relazioni ecumeniche, inaugurato dallo storico abbraccio fra il papa Paolo VI e il patriarca Athenagoras I a Gerusalemme. Da allora Aleppo, conosciuta già per la ricchezza delle sue tradizioni religiose, si è rivelata essere un terreno particolarmente fertile, ed il seme dell'unità ha trovato il suo ambiente naturale per crescere, maturare e portare frutti, fino ad oggi. A ciò è dovuta la rapida crescita ecumenica di Aleppo negli ultimi 35 anni, fra le chiese ortodossa, cattolica e protestante. Dobbiamo riconoscere che sono stati i responsabili religiosi che, seguendo le direttive dei loro rispettivi sinodi, hanno contribuito allo sviluppo di questo clima ecumenico; ma non possiamo dimenticare che anche i laici hanno saputo consolidare un'atmosfera di dialogo, in un ambiente ove l'unità dei cristiani è di primaria importanza.
Aleppo è una città che conta 1.500.000 abitanti. I cristiani sono una minoranza, e costituiscono il 10% di una popolazione prevalentemente musulmana. La lingua ufficiale è l'arabo, ma vi sono anche comunità cristiane di lingua armena e siriaca.
La comunità cristiana consta di 11 comunità riconosciute
come taifeh, così suddivise: tre eparchie ortodosse (armena di
Cilicia, greca di Antiochia, siriana di Antiochia), sei eparchie cattoliche
(greco-melchita, armena, sira, maronita, caldea, latina), e due comunità
protestanti (armena e araba). Il giorno di riposo ufficiale è il venerdì, ma è peculiarità di Aleppo che alcune scuole private, industrie e negozi osservino la festività nel giorno di domenica. Ai cristiani che sono tenuti a lavorare di domenica, comunque viene garantito un lasso di tempo perché possano partecipare alle funzioni religiose. Le liturgie principali e le cerimonie particolari (matrimoni, battesimi, ecc...) vengono celebrate di domenica, e la partecipazione effettiva dei fedeli supera le statistiche ufficiali.
Aleppo conta 36 chiese, oltre a 17 cappelle e 21 conventi. Per
la cura pastorale, sono disponibili, in toto, 98 fra sacerdoti ordinati,
religiosi e pastori, e 75 suore consacrate. Aleppo è stata e
continua ad essere una fonte di vocazioni religiose e sacerdotali, è
sede di tre seminari minori ed ospita tre programmi di formazione giovanile. Aleppo è inoltre rinomata per aver sviluppato un peculiare spirito di convivialità e di relazioni con i musulmani. Le relazioni fra i capi religiosi e i fedeli, sia cristiani che musulmani, sono fraterne e cordiali, ispirate al rispetto reciproco e caratterizzate dalla cooperazione in campo sociale e dalla comune partecipazione alla vita nazionale, e agli obblighi che ne derivano. I cristiani sono rappresentati in parlamento e negli organi amministrativi ufficiali; detengono pieni diritti civili e sono uguali agli occhi della legge. In questo contesto essi sono chiamati ad una testimonianza di buona condotta, di rettitudine e di comunione davanti ai loro concittadini. Questo mosaico di chiese cristiane trova la sua unità nel fatto che i capi religiosi si incontrano regolarmente l'ultima domenica di ogni mese per discutere questioni pastorali e intraprendere progetti in comune su temi sociali, confrontandosi su qualsivoglia situazione possa presentarsi. Essi si sono impegnati a respingere ogni sospetto di proselitismo, ad aiutarsi vicendevolmente per salvaguardare gli interessi delle chiese e dare una testimonianza comune davanti ai musulmani. Le chiese cristiane hanno costituito un Consiglio delle autorità delle comunità cristiane di Aleppo, con un proprio segretariato, che, ove sia opportuno o richiesto, rilascia dichiarazioni o redige direttive generali.
Spinte da questo spirito ecumenico, le chiese di Aleppo hanno potuto registrare significativi progressi in almeno tre aree: la condivisione spirituale, gli accordi pastorali e la collaborazione in attività caritative.
I vescovi e i presbiteri partecipano insieme, nelle varie chiese,
a battesimi, matrimoni, celebrazioni di fidanzamento ufficiale, funerali.
Spesso queste celebrazioni diventano veri e propri eventi ecumenici,
suscitando approvazione fra i fedeli. Il fulcro delle nostre relazioni
ecumeniche si raggiunge ogni anno durante la Settimana di preghiera
per l'unità dei cristiani. La commissione ecumenica locale si
prende cura di preparare le celebrazioni e di pubblicare un libretto
per aiutare i fedeli a prendere parte alle celebrazioni. La prima celebrazione
ha lo scopo di riunire i fedeli insieme, la seconda è un incontro
per i ragazzi, la terza raduna per la preghiera tutti i ministri ordinati,
ed è seguita da un'agape fraterna. Una liturgia ecumenica speciale,
in lingua armena, è poi organizzata dalle tre comunità
armene della città, che si riuniscono anche in occasione di altri
eventi religiosi, o per celebrare ricorrenze nazionali.
Fra le chiese di Aleppo vi è una reale convergenza e accordo a livello pastorale. Di fatto, tutte le chiese riconoscono reciprocamente il battesimo e i matrimoni interecclesiali, all'interno dei quali, abitualmente, la moglie partecipa al culto della comunità di fede del proprio marito. Nonostante questo clima di reciproco riconoscimento, però, richieste di passaggio da una chiesa ad un'altra sono accettate solo raramente, e unicamente per validi motivi. Tutte le scuole, le confraternite e i centri catechetici hanno carattere ecumenico. Degno di nota il fatto che i testi del catechismo usati nelle scuole siriane sono stati scritti da una commissione ecumenica, e ciò ha costituito un esperimento precursore dei tempi.
Un altro elemento di rilievo è il fatto che le "Società
Bibliche" coordinate dai protestanti, l'"Istituto di teologia
della Società cattolica per la catechesi" e i vari movimenti
ortodossi, sono tutti solidali nella cooperazione per diffondere uno
spirito di comunione. Inoltre, tutto il materiale pubblicato dalle chiese
di Aleppo (bollettini diocesani e opuscoli parrocchiali) è permeato
di spirito ecumenico. Recentemente è stata consacrata una nuova chiesa in un nuovo quartiere della città, una chiesa aperta a tutti i cristiani.
Uno dei problemi maggiori che ci troviamo ad affrontare insieme
è quello dell'emigrazione, fenomeno che pesa gravemente sulle
chiese orientali. Tentiamo di contrastare questa piaga con uno atteggiamento
di solidarietà ecumenica, elaborando un programma basato su tre
principi:
Le chiese di Aleppo, come è stato già ricordato,
sono conosciute per la loro collaborazione in attività caritative
e di promozione umana: assistenza agli anziani, agli orfani, ai poveri,
alle famiglie in difficoltà, ai disabili ecc... Anche negli ospedali
e nelle cliniche si ravvisa uno spirito aperto, che non fa distinzioni
fra persone di diverse confessioni.
Noi continuiamo a coltivare la speranza di iniziare un dialogo
teologico ufficiale, che al momento, però, è ancora una
meta lontana nelle nostre relazioni ecumeniche improntate, come abbiamo
avuto modo di illustrare, alla collaborazione sugli aspetti spirituali,
pastorali e umanitari. Un recente elemento di disturbo è stato la creazione, ad Aleppo, di una nuova, indipendente comunità, che non prende parte alla vita ecumenica, dal momento che neppure riconosce il battesimo delle altre chiese, e che si sta espandendo attraverso forme offensive di proselitismo.
Molti vescovi e capi delle comunità religiose di Aleppo mantengono relazioni ufficiali con Consigli ecumenici e con altri organismi e personalità autorevoli in ambito ecumenico, prendendo anche parte ai dialoghi bilaterali con le chiese sorelle. Tale coinvolgimento porta i suoi benefici anche alla vita ecumenica locale.
Gli organismi ecumenici con cui vengono mantenuti contatti sono: Non possiamo infine mancare di menzionare che tutte le visite fatte ad Aleppo dai vari Patriarchi, sono state altrettante occasioni di eventi ecumenici. La visita di Giovanni Paolo II in Siria (5-8 maggio 2001), ha certamente portato una ventata di freschezza al dialogo ecumenico e all'atmosfera di carità già esistente fra le chiese. Benché le circostanze non abbiano permesso al santo padre di visitare la città di Aleppo, non di meno tutta la città, con i suoi fedeli e i capi religiosi, si sono spostati alla capitale, Damasco, per dargli il benvenuto e partecipare sia alle cerimonie da lui presiedute che agli incontri ecumenici in suo onore.
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