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LETTURE BIBLICHE
E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
PRIMO GIORNO
Chiamati
alla maturità spirituale
(1 Cor 3, 1-4)
Osea 2, 21-23 |
A
quelli che erano chiamati "Non-Mio-Popolo" dirò:
"Voi siete il mio popolo" |
Salmo
24 |
Chi
è degno di salire al monte del Signore? |
Colossesi
1, 25-28 |
Quel
progetto segreto che egli ha sempre tenuto nascosto a tutti |
Giovanni
15, 1-8 |
Io
sono la vite. Voi siete i tralci |
Commento:
Paolo - nella lettera indirizzata ai cristiani di Corinto, da lui portati
alla fede - desidera chiamarli alla maturità spirituale. Nel
celebrare i doni che il Signore ha elargito a quella comunità,
egli sottolinea echi di divisioni di cui è venuto a conoscenza,
espresse nelle affermazioni: "Io sono di Paolo, io sono di Apollo,
io sono di Cefa". Paolo risponde con una domanda evocativa: "È
forse Cristo diviso?" (cfr 1 Cor 1, 12-13).
Secondo
una tradizione ebraica dell'Antico Testamento, Dio dà al popolo
un nome significativo della loro condizione spirituale, per esortare
alla fedeltà e alla conversione. In modo analogo, Paolo chiama
i Corinzi "ancora troppo legati ai valori di questo mondo, e nella
fede in Cristo ancora troppo bambini" (1 Cor 3, 1), lamentando
di non poterli chiamare, al momento, "cristiani maturi"(1
Cor 3, 1). Egli qualifica la loro ansia di appartenenza come immatura
e non conforme al pensiero di Cristo.
Le sue
parole sono brusche, non perché il loro comportamento sia ancora
puerile, ma perché è in aspro contrasto con la magnificenza
e l'origine divina della chiamata ad essere cristiani; giacché
essi sono tempio di Dio in cui dimora lo Spirito di Dio, appartengono
a Cristo e tutto ricevono in lui. Questa identità in Cristo comporta
una missione: insieme a Paolo, essi devono far conoscere "quel
progetto segreto che Egli ha sempre tenuto nascosto a tutti" (1
Col 1, 26) ed essere responsabili di questo mistero, proclamando la
grandezza dell'azione redentrice di Dio in Cristo, e testimoniandola
con la loro conversione.
Degno
di nota è il fatto che le divisioni di Corinto erano dovute a
conflitti circa il modo in cui era stata ricevuta la predicazione degli
apostoli: io sono di Cefa, io sono di Paolo. Qui ravvisiamo un'anticipazione
delle divisioni che storicamente avrebbero scalfito la nostra unità
in Cristo, costruita sulla fede degli Apostoli. È nel riconoscimento
della fede della chiesa primitiva che i cristiani oggi cercano di ritrovare
la loro unità. Ancora ci chiediamo, come Paolo: "È
forse Cristo diviso?" La maturità spirituale è intesa,
in parte, come capacità di ricostituire ed incarnare l'unità
data in Cristo. Fino a che punto la nostra disunione deriva da una immaturità
nella fede, e da una ristrettezza di vedute? In quale modo la nostra
separazione ci trattiene dal realizzare la missione di Cristo di guarire
e riconciliare un mondo frantumato e bisognoso?
Preghiera:
O Dio ricco di grazia,
Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi.
Tu desideri chiamarci tuoi.
Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata,
e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo,
Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice
nel mondo. Amen.
SECONDO GIORNO
Dio
fa crescere
(1 Cor 3, 5-9)
Genesi
1, 26 - 2, 9 |
Poi
Dio, il Signore, piantò un giardino nella regione di Eden |
Salmo
104, 24-31 |
Rinnovi
la faccia della terra |
Romani
8, 14-25 |
Tutto
l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà
il vero volto dei suoi figli |
Luca
8, 4-15 |
Persone
che ascoltano la parola di Dio e producono frutto |
Commento:
Rivolgendosi agli abitanti di Corinto, Paolo utilizza un'immagine loro
familiare: la semina e la crescita. È un'immagine rurale di cui
si serve per illustrare l'opera di Dio, che agisce in mezzo a loro,
senza mediazioni, e li chiama a collaborare nel suo disegno.
Come i
Corinzi, anche noi siamo chiamati ad essere strumenti, fedeli servitori
che saremo giudicati secondo il modo in cui avremo portato a compimento
l'opera. È importante prestare questo servizio quanto assumerne
la responsabilità per la gloria di Dio. Dobbiamo mettere i nostri
talenti a disposizione di Colui che serviamo, poggiando le nostre capacità
su Cristo, unico fondamento, per costruire a servizio dell'amore.
Dio ha
creato il mondo buono, come leggiamo nel primo capitolo del libro della
Genesi. Ma l'umanità ha travalicato dal ruolo assegnatole, ha
inferto ferite mortali a questo mondo perfetto. Ed ecco il motivo della
nostra missione: guarire il mondo (Rom 8). Questo ministero dalle molte
dimensioni ci unisce. I suoi diversi aspetti trascendono le barriere
confessionali e culturali. Il mondo è ferito, proprio come lo
era il viandante sulla strada da Gerusalemme a Gerico. Non dobbiamo
aver paura di toccare ciò che è malato. Dio intende sanare
attraverso il nostro intervento. La creazione attende con impazienza
la guarigione che viene da Dio.
In questa
visione i cristiani possono scambiarsi le proprie esperienze e mostrare
che prima di essere di Paolo o di Apollo, essi sono di Cristo. Solo
Cristo può farli crescere nell'amore verso il Padre che vuole
salvare l'umanità, e nel servizio allo Spirito di santità
e di unità.
Preghiera:
O Dio, Signore nostro,
ti rendiamo grazie per averci chiamato a lavorare nella tua vigna. Ti
preghiamo di benedire quanti lavorano per l'avvento del tuo regno in
questo mondo.
Aiutaci a trovare nuove vie di missione a servizio del prossimo.
Fa' che noi desideriamo servire, più che essere serviti,
e che possiamo sentire la potenza della tua benedizione operare in noi.
Uniti come famiglia del tuo unico Figlio,
fa' che possiamo essere fedeli custodi della creazione,
affinché tutti, uomini e donne, piccoli e grandi,
ogni creatura e ogni popolo possano conoscere Te,
creatore e salvatore di ogni cosa. Amen.
TERZO GIORNO
Cristo è
il fondamento
(1 Cor 3, 10-11)
Isaia
28, 14-16 |
Io
metto un fondamento sicuro, una solida e preziosa pietra di sostegno
che nessuno potrà abbattere |
Salmo
118, 16-24 |
La
pietra rifiutata è diventata la pietra principale |
Efesini
2, 19-22 |
Come
pietra principale lo stesso Gesù Cristo |
Matteo
7, 24-27 |
La
casa non è crollata, perché le sue fondamenta erano
sulla roccia |
Commento:
Dio, per la potenza dello Spirito Santo, ha posto Cristo Gesù
quale fondamento unico per tutti i battezzati. I cristiani possono,
perciò, affermare insieme la loro fede in Cristo, pietra angolare
su cui è edificata la Chiesa. Nessuno può porre un fondamento
diverso. Ciò su cui poggia la fede cristiana è unicamente
quanto Dio stesso ha operato in Cristo. Tale consapevolezza è
sorgente di gratitudine e motivo di umiltà.
Nel confessare
Cristo quale unico fondamento, molti cristiani hanno affrontato - e
tuttora affrontano - la sfida di voci che tendono a rigettare Cristo.
I cristiani, in tali situazioni, sono chiamati ad essere il lievito
della società, fidando che essi saranno confortati dalla grazia
di Dio. Di fronte alle difficoltà, i cristiani mai debbono vacillare:
giacché lo stesso Gesù è stato rigettato, quanti
lo seguono debbono essere preparati a subire le stesse prove.
Radicati
in Cristo e nel suo insegnamento, siamo in grado di rispondere alla
sfida della società moderna. Come cristiani, non abbiamo timore
di servirci, per rendere testimonianza al mondo, di ciò che viene
considerato inutile dagli altri.
I cristiani
sono convinti che operare avendo Cristo quale saldo e comune fondamento,
significhi e presupponga il lavorare insieme partendo da un comune punto
e verso una comune meta: l'unità di quanti professano l'Unico
Signore.
Ciò
che Gesù Cristo significa per noi contrassegna in un modo unico
e profondo il carattere di ogni attività, congiuntamente o separatamente
compiuta. La potenza dell'amore di Cristo ci riempie di grande speranza
che qualsiasi cosa noi operiamo nel suo nome abbia la capacità
di permanere anche in mezzo alle difficoltà, poiché Cristo
è l'alfa e l'omega.
Preghiera:
Signore nostro Dio,
per la potenza dello Spirito Santo hai stabilito Cristo
unico fondamento su cui è edificata la tua Chiesa.
Ti rendiamo grazie per quanto Tu hai operato per noi in Cristo.
Ti rendiamo grazie perché continuamente sostieni la tua Chiesa
in mezzo ai tanti tentativi di distruggerla.
Aiutaci con la tua grazia, affinché possiamo vivere in Cristo
Gesù,
fondamento che Tu hai stabilito. Amen.
QUARTO
GIORNO
Costruite
sul fondamento
(1 Cor 3, 12-13a)
Neemia
2, 17-18 |
Ricostruiamo
le mura! |
Salmo
127 |
Se
il Signore non costruisce la casa, i costruttori si affaticano invano |
1
Corinzi 12, 4-11 |
Vi
sono diversi doni, ma uno solo è lo Spirito |
Matteo
20, 1-16 |
Un
tale uscì in piazza per prendere a giornata uomini da mandare
a lavorare nella sua vigna |
Commento:
Cristo è il dono di Dio al mondo, in lui si compie la salvezza
di tutta l'umanità. Egli è sorgente della nuova vita che
Dio ci ha dato. Nulla vi è da aggiungere a questo dono; tuttavia,
ciò non significa che noi si debba rimanere passivi o inerti.
Paolo stesso, anzi, ci sprona a costruire su questo fondamento, sottolineando
l'importanza della nostra vocazione e della nostra risposta. Siamo chiamati
a lavorare nella casa di Dio, cooperando alla sua opera di rinnovamento.
Il Signore
ci ha elargito molteplici doni (1 Cor 12) affinché, attraverso
il nostro lavoro, noi possiamo testimoniare l'amore di Dio verso di
noi, glorificare Cristo e perseguire l'unità e la pace.
Nella
storia delle chiese abbiamo visto che non tutto quello che è
stato fatto nel nome di Cristo era conforme alla sua volontà.
Troppe volte la riconciliazione in Cristo è stata oscurata dall'arroganza,
dalle divisioni e dalla lotta per il potere. Costruire la Chiesa significa
non alzare barriere confessionali in rivalità, non costruire
i "nostri" edifici.
Oggi le
chiese devono dimostrare al mondo come si possano costruire ponti e
come si possa cooperare, divenendo segno di speranza. Questo è
il frutto dell'unione in Cristo. Vecchie ferite possono essere rimarginate
e nuove prove, nuovi compiti possono essere affrontati insieme, nel
rispetto della tradizione e dei doni di ciascuno, perché in Cristo
siamo fratelli e sorelle. Questa è la condizione per essere l'unica,
vera Chiesa di Cristo, amorevole verso i poveri, gli emarginati; la
chiesa che confida in Dio e spera nel suo regno.
La riconciliazione
in Dio ci impegna ad essere, sia insieme che individualmente, pietre
vive di unità in Cristo, per rendere sempre più manifesto
che Egli è la pietra angolare.
Preghiera:
O Dio, Padre nostro,
ti rendiamo grazie per il tuo prezioso dono di vita e di pace in Cristo.
Tu hai elargito alle nostre chiese tanti doni diversi,
aiutaci a vedere le diversità come una ricchezza per costruire
la tua casa in questo mondo.
Mostraci come salvaguardare l'unità già conquistata
e come portare il tuo amore alle persone con le quali viviamo. Amen.
QUINTO
GIORNO
Dio giudicherà
i nostri sforzi nel costruire
(1 Cor 3, 13b-15)
Genesi
4, 2b-10a |
Sono
forse io il custode di mio fratello? |
Salmo
51, 1-4.9-13 |
Contro
te, e te solo, ho peccato |
Filippesi
2, 1-5 |
Stimate
gli altri migliori di voi |
Matteo
25, 14-30 |
Un
uomo chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi soldi |
Commento:
È una meraviglia continua che, in ogni epoca, Dio voglia aver
bisogno di persone che cooperino in ciò che Egli compie per il
mondo. Sebbene le fondamenta - cioè Gesù Cristo - siano
già state gettate, rimane tuttavia sempre il compito di edificare.
Nello
spiegare questo ai cristiani di Corinto, Paolo insiste anche sulla qualità
del nostro lavoro: i nostri sforzi nel costruire saranno giudicati.
La nostra opera non porta la salvezza, ma noi rimaniamo responsabili,
davanti a Dio, del nostro agire.
Paolo
raffigura ciò con l'immagine di un fuoco purificatore nel giorno
del giudizio finale, che egli pensa essere prossimo. Ecco la priorità:
considerare ciascuna opportunità come fosse l'ultima, consapevoli
che saremo giudici di noi stessi e del nostro operato nel mettere a
frutto i doni che Dio ci ha dato per l'edificazione del regno. Per i
cristiani della Slovacchia questo compito riveste un'urgenza particolare,
dal momento che essi percepiscono nuove occasioni di servizio cristiano
alla comunità, che non possono andare perdute.
Siamo
tutti responsabili davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri. Ed
anche le chiese devono essere responsabili le une verso le altre nella
ricerca dell'unità, proprio come i servi della parabola, cui
viene affidata la proprietà del padrone e richiesto di farne
buon uso. Tutti noi abbiamo ricevuto dei tesori: la vita di un fragile
pianeta, fratelli e sorelle sparsi in tutto il mondo di cui prendersi
cura, la preziosa parola del vangelo da condividere. Essi sono stati
dati a tutto il popolo di Dio, e costituiscono un'opportunità
per noi da condividere con gli altri, per imparare sia dai nostri successi
che dai nostri fallimenti. E la qualità del nostro lavoro verrà
vagliata.
Preghiera:
O Dio,
venendo a noi in Gesù e servendoti di persone fallibili,
hai mostrato di voler essere un Dio vulnerabile;
ti ringraziamo per la fiducia che ancora ci accordi,
di servire e lavorare per l'avvento del tuo regno.
Mantienici sempre docili alla tua volontà e al tuo disegno,
e apri i nostri occhi
affinché possiamo vedere le reali necessità delle persone
attorno a noi.
Rendici capaci di imparare in umiltà l'uno dall'altro,
cosicché possiamo essere uniti nella comune responsabilità,
e devoti nel servire il tuo regno, per Cristo nostro Signore. Amen.
SESTO
GIORNO
Voi
siete il tempio di Dio
(1 Cor 3, 16-17)
Genesi
1, 26-27 |
Dio
creò l'uomo simile a sé, lo creò a immagine
di Dio |
Salmo
8 |
Chi
è mai l'uomo? |
1
Pietro 2, 9-10 |
Siete
il popolo di Dio |
Matteo
16, 24-27 |
Se
qualcuno vuol venire con me |
Commento:
La questione dell'identità è tutt'altro che nuova. Gli
esseri umani si sono sempre interrogati e hanno sempre cercato di vivere
ciò che sono realmente, ciò che devono essere. Poiché
viviamo in un mondo caratterizzato da un costante cambiamento e da un
fondamentale pluralismo, la ricerca di identità è divenuta
una questione ancor più cruciale, che ci interpella non solo
come individui, ma anche come comunità e come chiese. Tentiamo
di scoprire la nostra identità in quei tratti che ci distinguono
dagli altri e ci rendono unici.
L'apostolo
Paolo - nonostante parlasse ai cristiani di Corinto di 2000 anni fa
- ci rammenta che la questione dell'identità deve essere affrontata
con una prospettiva diversa: non siamo "speciali" perché
siamo diversi dagli altri, ma perché tutti abbiamo ricevuto il
dono dello Spirito Santo; un dono che è presente in ogni essere
umano, dal momento che siamo tutti creati a immagine di Dio.
Siamo
il tempio di Dio, sacro e pieno di dignità; nessuno ha il diritto
di distruggerlo. Siamo coloro con i quali Dio ama sentirsi a casa, un
luogo ove il suo Spirito dimora. Dio vuole avere familiarità
con noi, e ciò presuppone e richiede che noi si abbia familiarità
gli uni con gli altri. Dal momento che questa chiamata alla fraternità
si estende oltre i confini delle comunità cristiane, lo scandalo
delle nostre divisioni si acuisce, e rende imperativo il loro superamento.
Anche
le differenze sono parte della nostra identità cristiana, dal
momento che viviamo in diverse situazioni e culture, uomini e donne,
siamo plasmati dalle nostre esperienze personali, e dalla storia delle
comunità in cui viviamo. Ma, ovunque viviamo, qualunque siano
le sfide da affrontare, o i talenti da usare, siamo uniti dallo Spirito
Santo, che ci mette in grado di vivere come Dio intende che noi viviamo,
sull'esempio di Gesù Cristo: santi, in una relazione di amore
donato e ricevuto.
Preghiera:
O Dio eterno,
tu hai creato il cielo e la terra e hai creato gli esseri umani a tua
immagine,
dando a ciascuno identità e dignità.
Ti ringraziamo per il dono della vita - vita che ci lega a te e alla
tua creazione.
Aiutaci - come cristiani e come chiese - a ricevere il tuo dono in tutta
la sua pienezza,
cosicché possiamo superare ciò che limita o riduce il
tuo dono.
Riempici del tuo Spirito Santo affinché possiamo conformarci
a Cristo
e divenire specchio della sua immagine nel mondo. Amen.
SETTIMO
GIORNO
Follia
e saggezza: la vita in Cristo
(1 Cor 3, 18-20)
Giobbe
32, 7 - 33, 6 |
È
lo spirito, il soffio dell'Onnipotente che rende l'uomo intelligente |
Salmo
14, 1-7 |
Il
Signore dal cielo guarda sulla terra per vedere se qualcuno è
saggio, se c'è un uomo che cerca Dio |
1
Corinzi 1, 17-30 |
Dio
ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire
di vergogna i sapienti |
Matteo
10, 17-25a |
Sarà
lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi |
Commento:
La democrazia e la libertà ci portano molti vantaggi, ma anche
molte tentazioni, e ciò è vero tanto per i singoli che
per le chiese. In Paesi che sono stati cristiani sin dai tempi antichi,
le chiese possono essere più soggette alla tentazione di usare
il potere in modo sviato; quando ciò accade esse testimoniano
una logica umana, non divina.
Anche
oggigiorno noi possiamo cedere alla tentazione di confidare sulle logiche
di potere, sui vantaggi di essere una maggioranza, o, in alternativa,
abbandonare il campo sociale, spesso teatro di futili discussioni. Tuttavia,
come chiese abbiamo ricevuto il comandamento di testimoniare Cristo
Gesù e la sua parola, comune fondamento per la vita del mondo.
Ciò non può essere cambiato.
I profeti
ribadivano che quanto essi proclamavano non erano le loro parole, i
loro pensieri o opinioni, ma era la parola ricevuta da Dio. Giobbe comprende
che deve cercare la sapienza altrove, nell'ispirazione di Dio piuttosto
che nelle proprie risorse.
L'apostolo
Paolo scava a fondo in questa sapienza per annunciare a tutti il Signore
Gesù Cristo crocefisso. Egli afferma di non voler conoscere altri
all'infuori di Gesù Cristo. Per amore del Cristo crocefisso,
egli è disposto ad apparire uno stolto agli occhi dei saggi del
suo tempo. Egli scrive ai cristiani di Corinto che la sapienza di Dio
sta nell'offrire la redenzione "attraverso questo annunzio di salvezza
che sembra una pazzia" (1 Cor 1, 21): Gesù crocefisso, scandalo
e follia per la gente del suo tempo. Ma per Paolo la stoltezza di Dio
è comunque più saggia della sapienza umana e la fragilità
di Dio è più solida della forza umana. Il Cristo presentato
nei Vangeli non agisce come un eroe, ma come qualcuno il cui potere
non è di questo mondo. Egli raggiunge anche i più emarginati,
tocca i moribondi, perdona i peccati, anche laddove i giusti o i pii
non vedono possibilità di perdono. Questo è il Signore
che è sceso sulla terra per camminare per le polverose strade
degli uomini! La parola della croce è stata consegnata anche
alle nostre chiese, che la follia degli uomini ha separato. Perseguire
l'unità può sembrare un progetto folle; eppure, al cuore
di un mondo diviso, dilaniato dalla guerra e dalla violenza, la ricerca
della pace e della riconciliazione rimane l'unica saggezza. Alla luce
della croce, il fondamento della nostra comune testimonianza prende
forma. In Cristo, il Signore Dio si china sull'umanità e ci invia
a proclamare, a coloro che lo cercano, che la via alla vita passa attraverso
il Cristo morto e risorto.
Preghiera:
O Dio di sapienza e verità,
ci hai fatto conoscere la follia del tuo amore.
Quando l'umanità ha crocefisso il tuo unico Figlio, Gesù,
e quando tu lo hai risuscitato dalla morte come Cristo,
hai fatto sì che cominciassimo a conoscere la tua grande saggezza.
Ti preghiamo, mantienici sulle orme di tuo Figlio mentre percorriamo
lo stretto sentiero della vita.
Fa' che possiamo proclamare la buona novella della salvezza portata
dalla croce di Cristo,
testimonianza di vita per tutti.
Possa la tua Chiesa oggi rimanere fedele a Colui che ne è fondamento,
e possa condurre tutte le nazioni a gustare la saggezza del tuo Spirito.
Amen.
OTTAVO
GIORNO
Voi
siete di Cristo
(1 Cor 3, 21-23)
Isaia
44, 1-8 |
Io
sono il primo e l'ultimo |
Salmo
89, 1-4 |
Il
tuo amore dura in eterno |
Apocalisse
4, 1-11 |
Adoravano
il Dio che vive per sempre |
Marco
9, 33-35 |
Se
uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo |
Commento:
Noi apparteniamo a Cristo, siamo suoi e di nessun altro. Ciò
che fonda la nostra unità è il battesimo, in cui Cristo
ci reclama suoi e ci rende uno in lui. L'unità che condividiamo
in Cristo è più grande di tutte le differenze, passate
e presenti, che dividono le chiese.
Da questa
comune appartenenza a Cristo, consegue che siamo responsabili l'uno
dell'altro. Per questo motivo Cristo ci chiama ad edificare il suo corpo,
la Chiesa, insieme, come cooperatori impegnati nel comune servizio;
per questo motivo i cristiani e le chiese sono chiamati a vivere e lavorare
insieme, nella comune missione di testimoniare la propria fede e di
servire coloro che sono nella necessità. E questa è la
ragione per cui le divisioni, i dissensi, le liti, le fazioni createsi
attorno a diversi personaggi - sebbene autorevoli come Paolo o Apollo
o Cefa - sono tutte mancanze non solo verso i nostri fratelli e sorelle
in Cristo, ma verso Cristo stesso.
Quale
tempio di Dio, la chiesa è un luogo di culto, e un culto comune
è l'espressione più vigorosa della nostra comune appartenenza
a Cristo. Ogni atto di culto comune è una vittoria sulle nostre
divisioni e una celebrazione dell'unità che già abbiamo
in Cristo. Siamo uniti con tutti coloro che, nel tempo e nello spazio,
sono appartenuti a Cristo e hanno adorato Dio nello Spirito. Naturalmente,
non sempre ci comportiamo conformemente all'unità che condividiamo
già in Cristo; quando non possiamo celebrare insieme, soprattutto
attorno alla mensa del Signore, la nostra disunione è palese
a tutti. Qui vi è una maggiore "edificazione" da compiere
- e da parte di tutte le chiese!
Se siamo
di Cristo, siamo di Dio. Paolo afferma con chiarezza "tutto vi
appartiene" (1 Cor 3, 21). Noi viviamo e ci muoviamo, insieme a
tutti i nostri cooperatori e amici, all'interno del disegno di Dio per
la creazione. Dio agisce nella storia, per la salvezza, per il risanamento
di ciò che è deturpato, per la riconciliazione di coloro
che sono in guerra, per il rinnovamento dell'intera creazione. Dio agisce
anche nel giudizio: noi sappiamo che quello che costruiamo insieme sarà
reso noto e giudicato. Noi non conosciamo esattamente i tempi e i modi
di questo giudizio finale che sarà emesso sul nostro lavoro,
ma sappiamo che saremo giudicati dal Dio la cui natura è vita
e amore.
Per tutti
i doni di Dio nella creazione e nella redenzione, diamo lode e grazie
a Dio che ci ha resi uno in Cristo mediante il suo Spirito. Possano
la nostra edificazione comune della Chiesa di Cristo e la nostra ricerca
di unità essere offerte in rendimento di grazie a Dio.
Preghiera:
O Dio ricco di grazia,
Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi.
Tu desideri chiamarci tuoi.
Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata,
e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo,
Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice
nel mondo. Amen.
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