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             torna all' 
                
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       LETTURE BIBLICHE 
        E COMMENTO  
        PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA  
         
          
          PRIMO GIORNO 
      Chiamati 
      alla maturità spirituale 
      (1 Cor 3, 1-4) 
      
 
       
        
           
            | 	
              Osea 2, 21-23 | 
            A 
              quelli che erano chiamati "Non-Mio-Popolo" dirò: 
              "Voi siete il mio popolo" | 
           
           
            | Salmo 
              24 | 
            Chi 
              è degno di salire al monte del Signore? | 
           
           
            | Colossesi 
              1, 25-28 | 
            Quel 
              progetto segreto che egli ha sempre tenuto nascosto a tutti | 
           
           
            | Giovanni 
              15, 1-8 | 
            Io 
              sono la vite. Voi siete i tralci | 
           
         
         
           Commento: 
           
          Paolo - nella lettera indirizzata ai cristiani di Corinto, da lui portati 
          alla fede - desidera chiamarli alla maturità spirituale. Nel 
          celebrare i doni che il Signore ha elargito a quella comunità, 
          egli sottolinea echi di divisioni di cui è venuto a conoscenza, 
          espresse nelle affermazioni: "Io sono di Paolo, io sono di Apollo, 
          io sono di Cefa". Paolo risponde con una domanda evocativa: "È 
          forse Cristo diviso?" (cfr 1 Cor 1, 12-13).
        
  Secondo 
          una tradizione ebraica dell'Antico Testamento, Dio dà al popolo 
          un nome significativo della loro condizione spirituale, per esortare 
          alla fedeltà e alla conversione. In modo analogo, Paolo chiama 
          i Corinzi "ancora troppo legati ai valori di questo mondo, e nella 
          fede in Cristo ancora troppo bambini" (1 Cor 3, 1), lamentando 
          di non poterli chiamare, al momento, "cristiani maturi"(1 
          Cor 3, 1). Egli qualifica la loro ansia di appartenenza come immatura 
          e non conforme al pensiero di Cristo. 
         Le sue 
          parole sono brusche, non perché il loro comportamento sia ancora 
          puerile, ma perché è in aspro contrasto con la magnificenza 
          e l'origine divina della chiamata ad essere cristiani; giacché 
          essi sono tempio di Dio in cui dimora lo Spirito di Dio, appartengono 
          a Cristo e tutto ricevono in lui. Questa identità in Cristo comporta 
          una missione: insieme a Paolo, essi devono far conoscere "quel 
          progetto segreto che Egli ha sempre tenuto nascosto a tutti" (1 
          Col 1, 26) ed essere responsabili di questo mistero, proclamando la 
          grandezza dell'azione redentrice di Dio in Cristo, e testimoniandola 
          con la loro conversione. 
         Degno 
          di nota è il fatto che le divisioni di Corinto erano dovute a 
          conflitti circa il modo in cui era stata ricevuta la predicazione degli 
          apostoli: io sono di Cefa, io sono di Paolo. Qui ravvisiamo un'anticipazione 
          delle divisioni che storicamente avrebbero scalfito la nostra unità 
          in Cristo, costruita sulla fede degli Apostoli. È nel riconoscimento 
          della fede della chiesa primitiva che i cristiani oggi cercano di ritrovare 
          la loro unità. Ancora ci chiediamo, come Paolo: "È 
          forse Cristo diviso?" La maturità spirituale è intesa, 
          in parte, come capacità di ricostituire ed incarnare l'unità 
          data in Cristo. Fino a che punto la nostra disunione deriva da una immaturità 
          nella fede, e da una ristrettezza di vedute? In quale modo la nostra 
          separazione ci trattiene dal realizzare la missione di Cristo di guarire 
          e riconciliare un mondo frantumato e bisognoso? 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio ricco di grazia,  
          Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi. 
          Tu desideri chiamarci tuoi.  
          Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata, 
          e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo, 
          Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice 
          nel mondo. Amen.
           
           
         
       
       
       
            SECONDO GIORNO 
        Dio 
        fa crescere 
        (1 Cor 3, 5-9) 
      
      
  
       
         
       
        
           
            | Genesi 
              1, 26 - 2, 9 | 
            Poi 
              Dio, il Signore, piantò un giardino nella regione di Eden | 
           
           
            | Salmo 
              104, 24-31 | 
            Rinnovi 
              la faccia della terra | 
           
           
            | Romani 
              8, 14-25 | 
            Tutto 
              l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà 
              il vero volto dei suoi figli | 
           
           
            | Luca 
              8, 4-15 | 
            Persone 
              che ascoltano la parola di Dio e producono frutto | 
           
         
        
          
         
          Commento: 
           
          Rivolgendosi agli abitanti di Corinto, Paolo utilizza un'immagine loro 
          familiare: la semina e la crescita. È un'immagine rurale di cui 
          si serve per illustrare l'opera di Dio, che agisce in mezzo a loro, 
          senza mediazioni, e li chiama a collaborare nel suo disegno. 
        
  Come i 
          Corinzi, anche noi siamo chiamati ad essere strumenti, fedeli servitori 
          che saremo giudicati secondo il modo in cui avremo portato a compimento 
          l'opera. È importante prestare questo servizio quanto assumerne 
          la responsabilità per la gloria di Dio. Dobbiamo mettere i nostri 
          talenti a disposizione di Colui che serviamo, poggiando le nostre capacità 
          su Cristo, unico fondamento, per costruire a servizio dell'amore. 
         Dio ha 
          creato il mondo buono, come leggiamo nel primo capitolo del libro della 
          Genesi. Ma l'umanità ha travalicato dal ruolo assegnatole, ha 
          inferto ferite mortali a questo mondo perfetto. Ed ecco il motivo della 
          nostra missione: guarire il mondo (Rom 8). Questo ministero dalle molte 
          dimensioni ci unisce. I suoi diversi aspetti trascendono le barriere 
          confessionali e culturali. Il mondo è ferito, proprio come lo 
          era il viandante sulla strada da Gerusalemme a Gerico. Non dobbiamo 
          aver paura di toccare ciò che è malato. Dio intende sanare 
          attraverso il nostro intervento. La creazione attende con impazienza 
          la guarigione che viene da Dio. 
         In questa 
          visione i cristiani possono scambiarsi le proprie esperienze e mostrare 
          che prima di essere di Paolo o di Apollo, essi sono di Cristo. Solo 
          Cristo può farli crescere nell'amore verso il Padre che vuole 
          salvare l'umanità, e nel servizio allo Spirito di santità 
          e di unità. 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio, Signore nostro, 
          ti rendiamo grazie per averci chiamato a lavorare nella tua vigna. Ti 
          preghiamo di benedire quanti lavorano per l'avvento del tuo regno in 
          questo mondo.  
          Aiutaci a trovare nuove vie di missione a servizio del prossimo. 
          Fa' che noi desideriamo servire, più che essere serviti,  
          e che possiamo sentire la potenza della tua benedizione operare in noi. 
           
          Uniti come famiglia del tuo unico Figlio,  
          fa' che possiamo essere fedeli custodi della creazione,  
          affinché tutti, uomini e donne, piccoli e grandi,  
          ogni creatura e ogni popolo possano conoscere Te,  
          creatore e salvatore di ogni cosa. Amen. 
           
         
       
       
       
            TERZO GIORNO 
        Cristo è 
        il fondamento 
        (1 Cor 3, 10-11) 
      
      
  
       
        
           
            | Isaia 
              28, 14-16 | 
            Io 
              metto un fondamento sicuro, una solida e preziosa pietra di sostegno 
              che nessuno potrà abbattere | 
           
           
            | Salmo 
              118, 16-24 | 
            La 
              pietra rifiutata è diventata la pietra principale | 
           
           
            | Efesini 
              2, 19-22 | 
            Come 
              pietra principale lo stesso Gesù Cristo | 
           
           
            | Matteo 
              7, 24-27 | 
            La 
              casa non è crollata, perché le sue fondamenta erano 
              sulla roccia | 
           
         
        
          
           
          Commento: 
           
          Dio, per la potenza dello Spirito Santo, ha posto Cristo Gesù 
          quale fondamento unico per tutti i battezzati. I cristiani possono, 
          perciò, affermare insieme la loro fede in Cristo, pietra angolare 
          su cui è edificata la Chiesa. Nessuno può porre un fondamento 
          diverso. Ciò su cui poggia la fede cristiana è unicamente 
          quanto Dio stesso ha operato in Cristo. Tale consapevolezza è 
          sorgente di gratitudine e motivo di umiltà. 
          Nel confessare 
          Cristo quale unico fondamento, molti cristiani hanno affrontato - e 
          tuttora affrontano - la sfida di voci che tendono a rigettare Cristo. 
          I cristiani, in tali situazioni, sono chiamati ad essere il lievito 
          della società, fidando che essi saranno confortati dalla grazia 
          di Dio. Di fronte alle difficoltà, i cristiani mai debbono vacillare: 
          giacché lo stesso Gesù è stato rigettato, quanti 
          lo seguono debbono essere preparati a subire le stesse prove.  
         Radicati 
          in Cristo e nel suo insegnamento, siamo in grado di rispondere alla 
          sfida della società moderna. Come cristiani, non abbiamo timore 
          di servirci, per rendere testimonianza al mondo, di ciò che viene 
          considerato inutile dagli altri.  
         I cristiani 
          sono convinti che operare avendo Cristo quale saldo e comune fondamento, 
          significhi e presupponga il lavorare insieme partendo da un comune punto 
          e verso una comune meta: l'unità di quanti professano l'Unico 
          Signore.  
         Ciò 
          che Gesù Cristo significa per noi contrassegna in un modo unico 
          e profondo il carattere di ogni attività, congiuntamente o separatamente 
          compiuta. La potenza dell'amore di Cristo ci riempie di grande speranza 
          che qualsiasi cosa noi operiamo nel suo nome abbia la capacità 
          di permanere anche in mezzo alle difficoltà, poiché Cristo 
          è l'alfa e l'omega. 
           
         
        Preghiera: 
           
          Signore nostro Dio,  
          per la potenza dello Spirito Santo hai stabilito Cristo  
          unico fondamento su cui è edificata la tua Chiesa. 
          Ti rendiamo grazie per quanto Tu hai operato per noi in Cristo. 
          Ti rendiamo grazie perché continuamente sostieni la tua Chiesa 
           
          in mezzo ai tanti tentativi di distruggerla. 
          Aiutaci con la tua grazia, affinché possiamo vivere in Cristo 
          Gesù,  
          fondamento che Tu hai stabilito. Amen. 
           
         
       
       
       
            QUARTO 
        GIORNO 
        Costruite 
        sul fondamento 
        (1 Cor 3, 12-13a) 
      
      
  
       
        
           
            | Neemia 
              2, 17-18 | 
            Ricostruiamo 
              le mura! | 
           
           
            | Salmo 
              127 | 
            Se 
              il Signore non costruisce la casa, i costruttori si affaticano invano | 
           
           
            | 1 
              Corinzi 12, 4-11 | 
            Vi 
              sono diversi doni, ma uno solo è lo Spirito | 
           
           
            | Matteo 
              20, 1-16 | 
            Un 
              tale uscì in piazza per prendere a giornata uomini da mandare 
              a lavorare nella sua vigna | 
           
         
         
          
         
           Commento: 
           
          Cristo è il dono di Dio al mondo, in lui si compie la salvezza 
          di tutta l'umanità. Egli è sorgente della nuova vita che 
          Dio ci ha dato. Nulla vi è da aggiungere a questo dono; tuttavia, 
          ciò non significa che noi si debba rimanere passivi o inerti. 
          Paolo stesso, anzi, ci sprona a costruire su questo fondamento, sottolineando 
          l'importanza della nostra vocazione e della nostra risposta. Siamo chiamati 
          a lavorare nella casa di Dio, cooperando alla sua opera di rinnovamento.
        
  Il Signore 
          ci ha elargito molteplici doni (1 Cor 12) affinché, attraverso 
          il nostro lavoro, noi possiamo testimoniare l'amore di Dio verso di 
          noi, glorificare Cristo e perseguire l'unità e la pace. 
         Nella 
          storia delle chiese abbiamo visto che non tutto quello che è 
          stato fatto nel nome di Cristo era conforme alla sua volontà. 
          Troppe volte la riconciliazione in Cristo è stata oscurata dall'arroganza, 
          dalle divisioni e dalla lotta per il potere. Costruire la Chiesa significa 
          non alzare barriere confessionali in rivalità, non costruire 
          i "nostri" edifici. 
         Oggi le 
          chiese devono dimostrare al mondo come si possano costruire ponti e 
          come si possa cooperare, divenendo segno di speranza. Questo è 
          il frutto dell'unione in Cristo. Vecchie ferite possono essere rimarginate 
          e nuove prove, nuovi compiti possono essere affrontati insieme, nel 
          rispetto della tradizione e dei doni di ciascuno, perché in Cristo 
          siamo fratelli e sorelle. Questa è la condizione per essere l'unica, 
          vera Chiesa di Cristo, amorevole verso i poveri, gli emarginati; la 
          chiesa che confida in Dio e spera nel suo regno. 
         La riconciliazione 
          in Dio ci impegna ad essere, sia insieme che individualmente, pietre 
          vive di unità in Cristo, per rendere sempre più manifesto 
          che Egli è la pietra angolare. 
         
           
          Preghiera: 
           
          O Dio, Padre nostro, 
          ti rendiamo grazie per il tuo prezioso dono di vita e di pace in Cristo. 
           
          Tu hai elargito alle nostre chiese tanti doni diversi,  
          aiutaci a vedere le diversità come una ricchezza per costruire 
          la tua casa in questo mondo.  
          Mostraci come salvaguardare l'unità già conquistata 
          e come portare il tuo amore alle persone con le quali viviamo. Amen. 
           
         
       
       
       
             QUINTO 
        GIORNO  
        Dio giudicherà 
        i nostri sforzi nel costruire  
        (1 Cor 3, 13b-15) 
      
      
  
       
        
           
            | Genesi 
              4, 2b-10a | 
            Sono 
              forse io il custode di mio fratello?  | 
           
           
            | Salmo 
              51, 1-4.9-13 | 
            Contro 
              te, e te solo, ho peccato | 
           
           
            | Filippesi 
              2, 1-5 | 
            Stimate 
              gli altri migliori di voi | 
           
           
            | Matteo 
              25, 14-30 | 
            Un 
              uomo chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi soldi | 
           
         
         
          
         
           Commento: 
           
          È una meraviglia continua che, in ogni epoca, Dio voglia aver 
          bisogno di persone che cooperino in ciò che Egli compie per il 
          mondo. Sebbene le fondamenta - cioè Gesù Cristo - siano 
          già state gettate, rimane tuttavia sempre il compito di edificare.
        
  Nello 
          spiegare questo ai cristiani di Corinto, Paolo insiste anche sulla qualità 
          del nostro lavoro: i nostri sforzi nel costruire saranno giudicati. 
          La nostra opera non porta la salvezza, ma noi rimaniamo responsabili, 
          davanti a Dio, del nostro agire. 
         Paolo 
          raffigura ciò con l'immagine di un fuoco purificatore nel giorno 
          del giudizio finale, che egli pensa essere prossimo. Ecco la priorità: 
          considerare ciascuna opportunità come fosse l'ultima, consapevoli 
          che saremo giudici di noi stessi e del nostro operato nel mettere a 
          frutto i doni che Dio ci ha dato per l'edificazione del regno. Per i 
          cristiani della Slovacchia questo compito riveste un'urgenza particolare, 
          dal momento che essi percepiscono nuove occasioni di servizio cristiano 
          alla comunità, che non possono andare perdute. 
         Siamo 
          tutti responsabili davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri. Ed 
          anche le chiese devono essere responsabili le une verso le altre nella 
          ricerca dell'unità, proprio come i servi della parabola, cui 
          viene affidata la proprietà del padrone e richiesto di farne 
          buon uso. Tutti noi abbiamo ricevuto dei tesori: la vita di un fragile 
          pianeta, fratelli e sorelle sparsi in tutto il mondo di cui prendersi 
          cura, la preziosa parola del vangelo da condividere. Essi sono stati 
          dati a tutto il popolo di Dio, e costituiscono un'opportunità 
          per noi da condividere con gli altri, per imparare sia dai nostri successi 
          che dai nostri fallimenti. E la qualità del nostro lavoro verrà 
          vagliata. 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio,  
          venendo a noi in Gesù e servendoti di persone fallibili,  
          hai mostrato di voler essere un Dio vulnerabile;  
          ti ringraziamo per la fiducia che ancora ci accordi,  
          di servire e lavorare per l'avvento del tuo regno.  
          Mantienici sempre docili alla tua volontà e al tuo disegno,  
          e apri i nostri occhi  
          affinché possiamo vedere le reali necessità delle persone 
          attorno a noi.  
          Rendici capaci di imparare in umiltà l'uno dall'altro,  
          cosicché possiamo essere uniti nella comune responsabilità, 
           
          e devoti nel servire il tuo regno, per Cristo nostro Signore. Amen. 
           
         
       
       
       
             SESTO 
        GIORNO 
        Voi 
        siete il tempio di Dio  
        (1 Cor 3, 16-17) 
      
      
  
       
        
           
            | Genesi 
              1, 26-27 | 
            Dio 
              creò l'uomo simile a sé, lo creò a immagine 
              di Dio | 
           
           
            | Salmo 
              8 | 
            Chi 
              è mai l'uomo? | 
           
           
            | 1 
              Pietro 2, 9-10 | 
            Siete 
              il popolo di Dio | 
           
           
            | Matteo 
              16, 24-27 | 
            Se 
              qualcuno vuol venire con me | 
           
         
         
          
         
           Commento: 
           
          La questione dell'identità è tutt'altro che nuova. Gli 
          esseri umani si sono sempre interrogati e hanno sempre cercato di vivere 
          ciò che sono realmente, ciò che devono essere. Poiché 
          viviamo in un mondo caratterizzato da un costante cambiamento e da un 
          fondamentale pluralismo, la ricerca di identità è divenuta 
          una questione ancor più cruciale, che ci interpella non solo 
          come individui, ma anche come comunità e come chiese. Tentiamo 
          di scoprire la nostra identità in quei tratti che ci distinguono 
          dagli altri e ci rendono unici.
        
  L'apostolo 
          Paolo - nonostante parlasse ai cristiani di Corinto di 2000 anni fa 
          - ci rammenta che la questione dell'identità deve essere affrontata 
          con una prospettiva diversa: non siamo "speciali" perché 
          siamo diversi dagli altri, ma perché tutti abbiamo ricevuto il 
          dono dello Spirito Santo; un dono che è presente in ogni essere 
          umano, dal momento che siamo tutti creati a immagine di Dio.  
         Siamo 
          il tempio di Dio, sacro e pieno di dignità; nessuno ha il diritto 
          di distruggerlo. Siamo coloro con i quali Dio ama sentirsi a casa, un 
          luogo ove il suo Spirito dimora. Dio vuole avere familiarità 
          con noi, e ciò presuppone e richiede che noi si abbia familiarità 
          gli uni con gli altri. Dal momento che questa chiamata alla fraternità 
          si estende oltre i confini delle comunità cristiane, lo scandalo 
          delle nostre divisioni si acuisce, e rende imperativo il loro superamento. 
           
         Anche 
          le differenze sono parte della nostra identità cristiana, dal 
          momento che viviamo in diverse situazioni e culture, uomini e donne, 
          siamo plasmati dalle nostre esperienze personali, e dalla storia delle 
          comunità in cui viviamo. Ma, ovunque viviamo, qualunque siano 
          le sfide da affrontare, o i talenti da usare, siamo uniti dallo Spirito 
          Santo, che ci mette in grado di vivere come Dio intende che noi viviamo, 
          sull'esempio di Gesù Cristo: santi, in una relazione di amore 
          donato e ricevuto. 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio eterno,  
          tu hai creato il cielo e la terra e hai creato gli esseri umani a tua 
          immagine,  
          dando a ciascuno identità e dignità.  
          Ti ringraziamo per il dono della vita - vita che ci lega a te e alla 
          tua creazione.  
          Aiutaci - come cristiani e come chiese - a ricevere il tuo dono in tutta 
          la sua pienezza,  
          cosicché possiamo superare ciò che limita o riduce il 
          tuo dono.  
          Riempici del tuo Spirito Santo affinché possiamo conformarci 
          a Cristo  
          e divenire specchio della sua immagine nel mondo. Amen. 
           
         
       
       
       
             SETTIMO 
        GIORNO  
        Follia 
        e saggezza: la vita in Cristo 
        (1 Cor 3, 18-20) 
         
      
  
       
        
           
            | Giobbe 
              32, 7 - 33, 6 | 
            È 
              lo spirito, il soffio dell'Onnipotente che rende l'uomo intelligente | 
           
           
            | Salmo 
              14, 1-7 | 
            Il 
              Signore dal cielo guarda sulla terra per vedere se qualcuno è 
              saggio, se c'è un uomo che cerca Dio | 
           
           
            | 1 
              Corinzi 1, 17-30 | 
            Dio 
              ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire 
              di vergogna i sapienti | 
           
           
            | Matteo 
              10, 17-25a | 
            Sarà 
              lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi | 
           
         
        
          
         
           Commento: 
           
          La democrazia e la libertà ci portano molti vantaggi, ma anche 
          molte tentazioni, e ciò è vero tanto per i singoli che 
          per le chiese. In Paesi che sono stati cristiani sin dai tempi antichi, 
          le chiese possono essere più soggette alla tentazione di usare 
          il potere in modo sviato; quando ciò accade esse testimoniano 
          una logica umana, non divina.
        
  Anche 
          oggigiorno noi possiamo cedere alla tentazione di confidare sulle logiche 
          di potere, sui vantaggi di essere una maggioranza, o, in alternativa, 
          abbandonare il campo sociale, spesso teatro di futili discussioni. Tuttavia, 
          come chiese abbiamo ricevuto il comandamento di testimoniare Cristo 
          Gesù e la sua parola, comune fondamento per la vita del mondo. 
          Ciò non può essere cambiato. 
         I profeti 
          ribadivano che quanto essi proclamavano non erano le loro parole, i 
          loro pensieri o opinioni, ma era la parola ricevuta da Dio. Giobbe comprende 
          che deve cercare la sapienza altrove, nell'ispirazione di Dio piuttosto 
          che nelle proprie risorse.  
         L'apostolo 
          Paolo scava a fondo in questa sapienza per annunciare a tutti il Signore 
          Gesù Cristo crocefisso. Egli afferma di non voler conoscere altri 
          all'infuori di Gesù Cristo. Per amore del Cristo crocefisso, 
          egli è disposto ad apparire uno stolto agli occhi dei saggi del 
          suo tempo. Egli scrive ai cristiani di Corinto che la sapienza di Dio 
          sta nell'offrire la redenzione "attraverso questo annunzio di salvezza 
          che sembra una pazzia" (1 Cor 1, 21): Gesù crocefisso, scandalo 
          e follia per la gente del suo tempo. Ma per Paolo la stoltezza di Dio 
          è comunque più saggia della sapienza umana e la fragilità 
          di Dio è più solida della forza umana. Il Cristo presentato 
          nei Vangeli non agisce come un eroe, ma come qualcuno il cui potere 
          non è di questo mondo. Egli raggiunge anche i più emarginati, 
          tocca i moribondi, perdona i peccati, anche laddove i giusti o i pii 
          non vedono possibilità di perdono. Questo è il Signore 
          che è sceso sulla terra per camminare per le polverose strade 
          degli uomini! La parola della croce è stata consegnata anche 
          alle nostre chiese, che la follia degli uomini ha separato. Perseguire 
          l'unità può sembrare un progetto folle; eppure, al cuore 
          di un mondo diviso, dilaniato dalla guerra e dalla violenza, la ricerca 
          della pace e della riconciliazione rimane l'unica saggezza. Alla luce 
          della croce, il fondamento della nostra comune testimonianza prende 
          forma. In Cristo, il Signore Dio si china sull'umanità e ci invia 
          a proclamare, a coloro che lo cercano, che la via alla vita passa attraverso 
          il Cristo morto e risorto. 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio di sapienza e verità, 
          ci hai fatto conoscere la follia del tuo amore.  
          Quando l'umanità ha crocefisso il tuo unico Figlio, Gesù, 
           
          e quando tu lo hai risuscitato dalla morte come Cristo, 
          hai fatto sì che cominciassimo a conoscere la tua grande saggezza. 
          Ti preghiamo, mantienici sulle orme di tuo Figlio mentre percorriamo 
          lo stretto sentiero della vita. 
          Fa' che possiamo proclamare la buona novella della salvezza portata 
          dalla croce di Cristo, 
          testimonianza di vita per tutti. 
          Possa la tua Chiesa oggi rimanere fedele a Colui che ne è fondamento, 
           
          e possa condurre tutte le nazioni a gustare la saggezza del tuo Spirito. 
          Amen. 
           
         
       
       
       
             OTTAVO 
        GIORNO  
        Voi 
        siete di Cristo 
        (1 Cor 3, 21-23) 
         
      
  
       
        
           
            | Isaia 
              44, 1-8 | 
            Io 
              sono il primo e l'ultimo | 
           
           
            | Salmo 
              89, 1-4 | 
            Il 
              tuo amore dura in eterno | 
           
           
            | Apocalisse 
              4, 1-11 | 
            Adoravano 
              il Dio che vive per sempre | 
           
           
            | Marco 
              9, 33-35 | 
            Se 
              uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo | 
           
         
        
          
         
           Commento: 
           
          Noi apparteniamo a Cristo, siamo suoi e di nessun altro. Ciò 
          che fonda la nostra unità è il battesimo, in cui Cristo 
          ci reclama suoi e ci rende uno in lui. L'unità che condividiamo 
          in Cristo è più grande di tutte le differenze, passate 
          e presenti, che dividono le chiese. 
        
  Da questa 
          comune appartenenza a Cristo, consegue che siamo responsabili l'uno 
          dell'altro. Per questo motivo Cristo ci chiama ad edificare il suo corpo, 
          la Chiesa, insieme, come cooperatori impegnati nel comune servizio; 
          per questo motivo i cristiani e le chiese sono chiamati a vivere e lavorare 
          insieme, nella comune missione di testimoniare la propria fede e di 
          servire coloro che sono nella necessità. E questa è la 
          ragione per cui le divisioni, i dissensi, le liti, le fazioni createsi 
          attorno a diversi personaggi - sebbene autorevoli come Paolo o Apollo 
          o Cefa - sono tutte mancanze non solo verso i nostri fratelli e sorelle 
          in Cristo, ma verso Cristo stesso. 
         Quale 
          tempio di Dio, la chiesa è un luogo di culto, e un culto comune 
          è l'espressione più vigorosa della nostra comune appartenenza 
          a Cristo. Ogni atto di culto comune è una vittoria sulle nostre 
          divisioni e una celebrazione dell'unità che già abbiamo 
          in Cristo. Siamo uniti con tutti coloro che, nel tempo e nello spazio, 
          sono appartenuti a Cristo e hanno adorato Dio nello Spirito. Naturalmente, 
          non sempre ci comportiamo conformemente all'unità che condividiamo 
          già in Cristo; quando non possiamo celebrare insieme, soprattutto 
          attorno alla mensa del Signore, la nostra disunione è palese 
          a tutti. Qui vi è una maggiore "edificazione" da compiere 
          - e da parte di tutte le chiese! 
         Se siamo 
          di Cristo, siamo di Dio. Paolo afferma con chiarezza "tutto vi 
          appartiene" (1 Cor 3, 21). Noi viviamo e ci muoviamo, insieme a 
          tutti i nostri cooperatori e amici, all'interno del disegno di Dio per 
          la creazione. Dio agisce nella storia, per la salvezza, per il risanamento 
          di ciò che è deturpato, per la riconciliazione di coloro 
          che sono in guerra, per il rinnovamento dell'intera creazione. Dio agisce 
          anche nel giudizio: noi sappiamo che quello che costruiamo insieme sarà 
          reso noto e giudicato. Noi non conosciamo esattamente i tempi e i modi 
          di questo giudizio finale che sarà emesso sul nostro lavoro, 
          ma sappiamo che saremo giudicati dal Dio la cui natura è vita 
          e amore. 
         Per tutti 
          i doni di Dio nella creazione e nella redenzione, diamo lode e grazie 
          a Dio che ci ha resi uno in Cristo mediante il suo Spirito. Possano 
          la nostra edificazione comune della Chiesa di Cristo e la nostra ricerca 
          di unità essere offerte in rendimento di grazie a Dio. 
           
           
          Preghiera: 
           
          O Dio ricco di grazia,  
          Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi. 
          Tu desideri chiamarci tuoi.  
          Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata, 
          e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo, 
          Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice 
          nel mondo. Amen. 
         
           
        
       
        
       
          
        
        
         
          
        
        
       
        
          
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