Indice > Settimana di Preghiera 2005 > Letture Bibliche e commento
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LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA


 
    PRIMO GIORNO
Chiamati alla maturità spirituale
(1 Cor 3, 1-4)

Osea 2, 21-23 A quelli che erano chiamati "Non-Mio-Popolo" dirò: "Voi siete il mio popolo"
Salmo 24 Chi è degno di salire al monte del Signore?
Colossesi 1, 25-28 Quel progetto segreto che egli ha sempre tenuto nascosto a tutti
Giovanni 15, 1-8 Io sono la vite. Voi siete i tralci


Commento:

Paolo - nella lettera indirizzata ai cristiani di Corinto, da lui portati alla fede - desidera chiamarli alla maturità spirituale. Nel celebrare i doni che il Signore ha elargito a quella comunità, egli sottolinea echi di divisioni di cui è venuto a conoscenza, espresse nelle affermazioni: "Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa". Paolo risponde con una domanda evocativa: "È forse Cristo diviso?" (cfr 1 Cor 1, 12-13).

Secondo una tradizione ebraica dell'Antico Testamento, Dio dà al popolo un nome significativo della loro condizione spirituale, per esortare alla fedeltà e alla conversione. In modo analogo, Paolo chiama i Corinzi "ancora troppo legati ai valori di questo mondo, e nella fede in Cristo ancora troppo bambini" (1 Cor 3, 1), lamentando di non poterli chiamare, al momento, "cristiani maturi"(1 Cor 3, 1). Egli qualifica la loro ansia di appartenenza come immatura e non conforme al pensiero di Cristo.

Le sue parole sono brusche, non perché il loro comportamento sia ancora puerile, ma perché è in aspro contrasto con la magnificenza e l'origine divina della chiamata ad essere cristiani; giacché essi sono tempio di Dio in cui dimora lo Spirito di Dio, appartengono a Cristo e tutto ricevono in lui. Questa identità in Cristo comporta una missione: insieme a Paolo, essi devono far conoscere "quel progetto segreto che Egli ha sempre tenuto nascosto a tutti" (1 Col 1, 26) ed essere responsabili di questo mistero, proclamando la grandezza dell'azione redentrice di Dio in Cristo, e testimoniandola con la loro conversione.

Degno di nota è il fatto che le divisioni di Corinto erano dovute a conflitti circa il modo in cui era stata ricevuta la predicazione degli apostoli: io sono di Cefa, io sono di Paolo. Qui ravvisiamo un'anticipazione delle divisioni che storicamente avrebbero scalfito la nostra unità in Cristo, costruita sulla fede degli Apostoli. È nel riconoscimento della fede della chiesa primitiva che i cristiani oggi cercano di ritrovare la loro unità. Ancora ci chiediamo, come Paolo: "È forse Cristo diviso?" La maturità spirituale è intesa, in parte, come capacità di ricostituire ed incarnare l'unità data in Cristo. Fino a che punto la nostra disunione deriva da una immaturità nella fede, e da una ristrettezza di vedute? In quale modo la nostra separazione ci trattiene dal realizzare la missione di Cristo di guarire e riconciliare un mondo frantumato e bisognoso?


Preghiera:

O Dio ricco di grazia,
Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi.
Tu desideri chiamarci tuoi.
Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata, e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo, Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice nel mondo. Amen.




    SECONDO GIORNO
Dio fa crescere
(1 Cor 3, 5-9)



Genesi 1, 26 - 2, 9 Poi Dio, il Signore, piantò un giardino nella regione di Eden
Salmo 104, 24-31 Rinnovi la faccia della terra
Romani 8, 14-25 Tutto l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli
Luca 8, 4-15 Persone che ascoltano la parola di Dio e producono frutto


Commento:

Rivolgendosi agli abitanti di Corinto, Paolo utilizza un'immagine loro familiare: la semina e la crescita. È un'immagine rurale di cui si serve per illustrare l'opera di Dio, che agisce in mezzo a loro, senza mediazioni, e li chiama a collaborare nel suo disegno.

Come i Corinzi, anche noi siamo chiamati ad essere strumenti, fedeli servitori che saremo giudicati secondo il modo in cui avremo portato a compimento l'opera. È importante prestare questo servizio quanto assumerne la responsabilità per la gloria di Dio. Dobbiamo mettere i nostri talenti a disposizione di Colui che serviamo, poggiando le nostre capacità su Cristo, unico fondamento, per costruire a servizio dell'amore.

Dio ha creato il mondo buono, come leggiamo nel primo capitolo del libro della Genesi. Ma l'umanità ha travalicato dal ruolo assegnatole, ha inferto ferite mortali a questo mondo perfetto. Ed ecco il motivo della nostra missione: guarire il mondo (Rom 8). Questo ministero dalle molte dimensioni ci unisce. I suoi diversi aspetti trascendono le barriere confessionali e culturali. Il mondo è ferito, proprio come lo era il viandante sulla strada da Gerusalemme a Gerico. Non dobbiamo aver paura di toccare ciò che è malato. Dio intende sanare attraverso il nostro intervento. La creazione attende con impazienza la guarigione che viene da Dio.

In questa visione i cristiani possono scambiarsi le proprie esperienze e mostrare che prima di essere di Paolo o di Apollo, essi sono di Cristo. Solo Cristo può farli crescere nell'amore verso il Padre che vuole salvare l'umanità, e nel servizio allo Spirito di santità e di unità.


Preghiera:

O Dio, Signore nostro,
ti rendiamo grazie per averci chiamato a lavorare nella tua vigna. Ti preghiamo di benedire quanti lavorano per l'avvento del tuo regno in questo mondo.
Aiutaci a trovare nuove vie di missione a servizio del prossimo.
Fa' che noi desideriamo servire, più che essere serviti,
e che possiamo sentire la potenza della tua benedizione operare in noi.
Uniti come famiglia del tuo unico Figlio,
fa' che possiamo essere fedeli custodi della creazione,
affinché tutti, uomini e donne, piccoli e grandi,
ogni creatura e ogni popolo possano conoscere Te,
creatore e salvatore di ogni cosa. Amen.




    TERZO GIORNO
Cristo è il fondamento

(1 Cor 3, 10-11)


Isaia 28, 14-16 Io metto un fondamento sicuro, una solida e preziosa pietra di sostegno che nessuno potrà abbattere
Salmo 118, 16-24 La pietra rifiutata è diventata la pietra principale
Efesini 2, 19-22 Come pietra principale lo stesso Gesù Cristo
Matteo 7, 24-27 La casa non è crollata, perché le sue fondamenta erano sulla roccia

 
Commento:

Dio, per la potenza dello Spirito Santo, ha posto Cristo Gesù quale fondamento unico per tutti i battezzati. I cristiani possono, perciò, affermare insieme la loro fede in Cristo, pietra angolare su cui è edificata la Chiesa. Nessuno può porre un fondamento diverso. Ciò su cui poggia la fede cristiana è unicamente quanto Dio stesso ha operato in Cristo. Tale consapevolezza è sorgente di gratitudine e motivo di umiltà.

Nel confessare Cristo quale unico fondamento, molti cristiani hanno affrontato - e tuttora affrontano - la sfida di voci che tendono a rigettare Cristo. I cristiani, in tali situazioni, sono chiamati ad essere il lievito della società, fidando che essi saranno confortati dalla grazia di Dio. Di fronte alle difficoltà, i cristiani mai debbono vacillare: giacché lo stesso Gesù è stato rigettato, quanti lo seguono debbono essere preparati a subire le stesse prove.

Radicati in Cristo e nel suo insegnamento, siamo in grado di rispondere alla sfida della società moderna. Come cristiani, non abbiamo timore di servirci, per rendere testimonianza al mondo, di ciò che viene considerato inutile dagli altri.

I cristiani sono convinti che operare avendo Cristo quale saldo e comune fondamento, significhi e presupponga il lavorare insieme partendo da un comune punto e verso una comune meta: l'unità di quanti professano l'Unico Signore.

Ciò che Gesù Cristo significa per noi contrassegna in un modo unico e profondo il carattere di ogni attività, congiuntamente o separatamente compiuta. La potenza dell'amore di Cristo ci riempie di grande speranza che qualsiasi cosa noi operiamo nel suo nome abbia la capacità di permanere anche in mezzo alle difficoltà, poiché Cristo è l'alfa e l'omega.

Preghiera:

Signore nostro Dio,
per la potenza dello Spirito Santo hai stabilito Cristo
unico fondamento su cui è edificata la tua Chiesa.
Ti rendiamo grazie per quanto Tu hai operato per noi in Cristo.
Ti rendiamo grazie perché continuamente sostieni la tua Chiesa
in mezzo ai tanti tentativi di distruggerla.
Aiutaci con la tua grazia, affinché possiamo vivere in Cristo Gesù,
fondamento che Tu hai stabilito. Amen.




    QUARTO GIORNO
Costruite sul fondamento
(1 Cor 3, 12-13a)


Neemia 2, 17-18 Ricostruiamo le mura!
Salmo 127 Se il Signore non costruisce la casa, i costruttori si affaticano invano
1 Corinzi 12, 4-11 Vi sono diversi doni, ma uno solo è lo Spirito
Matteo 20, 1-16 Un tale uscì in piazza per prendere a giornata uomini da mandare a lavorare nella sua vigna


Commento:

Cristo è il dono di Dio al mondo, in lui si compie la salvezza di tutta l'umanità. Egli è sorgente della nuova vita che Dio ci ha dato. Nulla vi è da aggiungere a questo dono; tuttavia, ciò non significa che noi si debba rimanere passivi o inerti. Paolo stesso, anzi, ci sprona a costruire su questo fondamento, sottolineando l'importanza della nostra vocazione e della nostra risposta. Siamo chiamati a lavorare nella casa di Dio, cooperando alla sua opera di rinnovamento.

Il Signore ci ha elargito molteplici doni (1 Cor 12) affinché, attraverso il nostro lavoro, noi possiamo testimoniare l'amore di Dio verso di noi, glorificare Cristo e perseguire l'unità e la pace.

Nella storia delle chiese abbiamo visto che non tutto quello che è stato fatto nel nome di Cristo era conforme alla sua volontà. Troppe volte la riconciliazione in Cristo è stata oscurata dall'arroganza, dalle divisioni e dalla lotta per il potere. Costruire la Chiesa significa non alzare barriere confessionali in rivalità, non costruire i "nostri" edifici.

Oggi le chiese devono dimostrare al mondo come si possano costruire ponti e come si possa cooperare, divenendo segno di speranza. Questo è il frutto dell'unione in Cristo. Vecchie ferite possono essere rimarginate e nuove prove, nuovi compiti possono essere affrontati insieme, nel rispetto della tradizione e dei doni di ciascuno, perché in Cristo siamo fratelli e sorelle. Questa è la condizione per essere l'unica, vera Chiesa di Cristo, amorevole verso i poveri, gli emarginati; la chiesa che confida in Dio e spera nel suo regno.

La riconciliazione in Dio ci impegna ad essere, sia insieme che individualmente, pietre vive di unità in Cristo, per rendere sempre più manifesto che Egli è la pietra angolare.



Preghiera:

O Dio, Padre nostro,
ti rendiamo grazie per il tuo prezioso dono di vita e di pace in Cristo.
Tu hai elargito alle nostre chiese tanti doni diversi,
aiutaci a vedere le diversità come una ricchezza per costruire la tua casa in questo mondo.
Mostraci come salvaguardare l'unità già conquistata
e come portare il tuo amore alle persone con le quali viviamo. Amen.




     QUINTO GIORNO
Dio giudicherà i nostri sforzi nel costruire

(1 Cor 3, 13b-15)


Genesi 4, 2b-10a Sono forse io il custode di mio fratello?
Salmo 51, 1-4.9-13 Contro te, e te solo, ho peccato
Filippesi 2, 1-5 Stimate gli altri migliori di voi
Matteo 25, 14-30 Un uomo chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi soldi


Commento:

È una meraviglia continua che, in ogni epoca, Dio voglia aver bisogno di persone che cooperino in ciò che Egli compie per il mondo. Sebbene le fondamenta - cioè Gesù Cristo - siano già state gettate, rimane tuttavia sempre il compito di edificare.

Nello spiegare questo ai cristiani di Corinto, Paolo insiste anche sulla qualità del nostro lavoro: i nostri sforzi nel costruire saranno giudicati. La nostra opera non porta la salvezza, ma noi rimaniamo responsabili, davanti a Dio, del nostro agire.

Paolo raffigura ciò con l'immagine di un fuoco purificatore nel giorno del giudizio finale, che egli pensa essere prossimo. Ecco la priorità: considerare ciascuna opportunità come fosse l'ultima, consapevoli che saremo giudici di noi stessi e del nostro operato nel mettere a frutto i doni che Dio ci ha dato per l'edificazione del regno. Per i cristiani della Slovacchia questo compito riveste un'urgenza particolare, dal momento che essi percepiscono nuove occasioni di servizio cristiano alla comunità, che non possono andare perdute.

Siamo tutti responsabili davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri. Ed anche le chiese devono essere responsabili le une verso le altre nella ricerca dell'unità, proprio come i servi della parabola, cui viene affidata la proprietà del padrone e richiesto di farne buon uso. Tutti noi abbiamo ricevuto dei tesori: la vita di un fragile pianeta, fratelli e sorelle sparsi in tutto il mondo di cui prendersi cura, la preziosa parola del vangelo da condividere. Essi sono stati dati a tutto il popolo di Dio, e costituiscono un'opportunità per noi da condividere con gli altri, per imparare sia dai nostri successi che dai nostri fallimenti. E la qualità del nostro lavoro verrà vagliata.


Preghiera:

O Dio,
venendo a noi in Gesù e servendoti di persone fallibili,
hai mostrato di voler essere un Dio vulnerabile;
ti ringraziamo per la fiducia che ancora ci accordi,
di servire e lavorare per l'avvento del tuo regno.
Mantienici sempre docili alla tua volontà e al tuo disegno,
e apri i nostri occhi
affinché possiamo vedere le reali necessità delle persone attorno a noi.
Rendici capaci di imparare in umiltà l'uno dall'altro,
cosicché possiamo essere uniti nella comune responsabilità,
e devoti nel servire il tuo regno, per Cristo nostro Signore. Amen.




     SESTO GIORNO
Voi siete il tempio di Dio

(1 Cor 3, 16-17)


Genesi 1, 26-27 Dio creò l'uomo simile a sé, lo creò a immagine di Dio
Salmo 8 Chi è mai l'uomo?
1 Pietro 2, 9-10 Siete il popolo di Dio
Matteo 16, 24-27 Se qualcuno vuol venire con me


Commento:

La questione dell'identità è tutt'altro che nuova. Gli esseri umani si sono sempre interrogati e hanno sempre cercato di vivere ciò che sono realmente, ciò che devono essere. Poiché viviamo in un mondo caratterizzato da un costante cambiamento e da un fondamentale pluralismo, la ricerca di identità è divenuta una questione ancor più cruciale, che ci interpella non solo come individui, ma anche come comunità e come chiese. Tentiamo di scoprire la nostra identità in quei tratti che ci distinguono dagli altri e ci rendono unici.

L'apostolo Paolo - nonostante parlasse ai cristiani di Corinto di 2000 anni fa - ci rammenta che la questione dell'identità deve essere affrontata con una prospettiva diversa: non siamo "speciali" perché siamo diversi dagli altri, ma perché tutti abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo; un dono che è presente in ogni essere umano, dal momento che siamo tutti creati a immagine di Dio.

Siamo il tempio di Dio, sacro e pieno di dignità; nessuno ha il diritto di distruggerlo. Siamo coloro con i quali Dio ama sentirsi a casa, un luogo ove il suo Spirito dimora. Dio vuole avere familiarità con noi, e ciò presuppone e richiede che noi si abbia familiarità gli uni con gli altri. Dal momento che questa chiamata alla fraternità si estende oltre i confini delle comunità cristiane, lo scandalo delle nostre divisioni si acuisce, e rende imperativo il loro superamento.

Anche le differenze sono parte della nostra identità cristiana, dal momento che viviamo in diverse situazioni e culture, uomini e donne, siamo plasmati dalle nostre esperienze personali, e dalla storia delle comunità in cui viviamo. Ma, ovunque viviamo, qualunque siano le sfide da affrontare, o i talenti da usare, siamo uniti dallo Spirito Santo, che ci mette in grado di vivere come Dio intende che noi viviamo, sull'esempio di Gesù Cristo: santi, in una relazione di amore donato e ricevuto.


Preghiera:

O Dio eterno,
tu hai creato il cielo e la terra e hai creato gli esseri umani a tua immagine,
dando a ciascuno identità e dignità.
Ti ringraziamo per il dono della vita - vita che ci lega a te e alla tua creazione.
Aiutaci - come cristiani e come chiese - a ricevere il tuo dono in tutta la sua pienezza,
cosicché possiamo superare ciò che limita o riduce il tuo dono.
Riempici del tuo Spirito Santo affinché possiamo conformarci a Cristo
e divenire specchio della sua immagine nel mondo. Amen.




     SETTIMO GIORNO
Follia e saggezza: la vita in Cristo
(1 Cor 3, 18-20)


Giobbe 32, 7 - 33, 6 È lo spirito, il soffio dell'Onnipotente che rende l'uomo intelligente
Salmo 14, 1-7 Il Signore dal cielo guarda sulla terra per vedere se qualcuno è saggio, se c'è un uomo che cerca Dio
1 Corinzi 1, 17-30 Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti
Matteo 10, 17-25a Sarà lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi


Commento:

La democrazia e la libertà ci portano molti vantaggi, ma anche molte tentazioni, e ciò è vero tanto per i singoli che per le chiese. In Paesi che sono stati cristiani sin dai tempi antichi, le chiese possono essere più soggette alla tentazione di usare il potere in modo sviato; quando ciò accade esse testimoniano una logica umana, non divina.

Anche oggigiorno noi possiamo cedere alla tentazione di confidare sulle logiche di potere, sui vantaggi di essere una maggioranza, o, in alternativa, abbandonare il campo sociale, spesso teatro di futili discussioni. Tuttavia, come chiese abbiamo ricevuto il comandamento di testimoniare Cristo Gesù e la sua parola, comune fondamento per la vita del mondo. Ciò non può essere cambiato.

I profeti ribadivano che quanto essi proclamavano non erano le loro parole, i loro pensieri o opinioni, ma era la parola ricevuta da Dio. Giobbe comprende che deve cercare la sapienza altrove, nell'ispirazione di Dio piuttosto che nelle proprie risorse.

L'apostolo Paolo scava a fondo in questa sapienza per annunciare a tutti il Signore Gesù Cristo crocefisso. Egli afferma di non voler conoscere altri all'infuori di Gesù Cristo. Per amore del Cristo crocefisso, egli è disposto ad apparire uno stolto agli occhi dei saggi del suo tempo. Egli scrive ai cristiani di Corinto che la sapienza di Dio sta nell'offrire la redenzione "attraverso questo annunzio di salvezza che sembra una pazzia" (1 Cor 1, 21): Gesù crocefisso, scandalo e follia per la gente del suo tempo. Ma per Paolo la stoltezza di Dio è comunque più saggia della sapienza umana e la fragilità di Dio è più solida della forza umana. Il Cristo presentato nei Vangeli non agisce come un eroe, ma come qualcuno il cui potere non è di questo mondo. Egli raggiunge anche i più emarginati, tocca i moribondi, perdona i peccati, anche laddove i giusti o i pii non vedono possibilità di perdono. Questo è il Signore che è sceso sulla terra per camminare per le polverose strade degli uomini! La parola della croce è stata consegnata anche alle nostre chiese, che la follia degli uomini ha separato. Perseguire l'unità può sembrare un progetto folle; eppure, al cuore di un mondo diviso, dilaniato dalla guerra e dalla violenza, la ricerca della pace e della riconciliazione rimane l'unica saggezza. Alla luce della croce, il fondamento della nostra comune testimonianza prende forma. In Cristo, il Signore Dio si china sull'umanità e ci invia a proclamare, a coloro che lo cercano, che la via alla vita passa attraverso il Cristo morto e risorto.


Preghiera:


O Dio di sapienza e verità,
ci hai fatto conoscere la follia del tuo amore.
Quando l'umanità ha crocefisso il tuo unico Figlio, Gesù,
e quando tu lo hai risuscitato dalla morte come Cristo,
hai fatto sì che cominciassimo a conoscere la tua grande saggezza.
Ti preghiamo, mantienici sulle orme di tuo Figlio mentre percorriamo lo stretto sentiero della vita.
Fa' che possiamo proclamare la buona novella della salvezza portata dalla croce di Cristo,
testimonianza di vita per tutti.
Possa la tua Chiesa oggi rimanere fedele a Colui che ne è fondamento,
e possa condurre tutte le nazioni a gustare la saggezza del tuo Spirito. Amen.




     OTTAVO GIORNO
Voi siete di Cristo
(1 Cor 3, 21-23)


Isaia 44, 1-8 Io sono il primo e l'ultimo
Salmo 89, 1-4 Il tuo amore dura in eterno
Apocalisse 4, 1-11 Adoravano il Dio che vive per sempre
Marco 9, 33-35 Se uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo


Commento:

Noi apparteniamo a Cristo, siamo suoi e di nessun altro. Ciò che fonda la nostra unità è il battesimo, in cui Cristo ci reclama suoi e ci rende uno in lui. L'unità che condividiamo in Cristo è più grande di tutte le differenze, passate e presenti, che dividono le chiese.

Da questa comune appartenenza a Cristo, consegue che siamo responsabili l'uno dell'altro. Per questo motivo Cristo ci chiama ad edificare il suo corpo, la Chiesa, insieme, come cooperatori impegnati nel comune servizio; per questo motivo i cristiani e le chiese sono chiamati a vivere e lavorare insieme, nella comune missione di testimoniare la propria fede e di servire coloro che sono nella necessità. E questa è la ragione per cui le divisioni, i dissensi, le liti, le fazioni createsi attorno a diversi personaggi - sebbene autorevoli come Paolo o Apollo o Cefa - sono tutte mancanze non solo verso i nostri fratelli e sorelle in Cristo, ma verso Cristo stesso.

Quale tempio di Dio, la chiesa è un luogo di culto, e un culto comune è l'espressione più vigorosa della nostra comune appartenenza a Cristo. Ogni atto di culto comune è una vittoria sulle nostre divisioni e una celebrazione dell'unità che già abbiamo in Cristo. Siamo uniti con tutti coloro che, nel tempo e nello spazio, sono appartenuti a Cristo e hanno adorato Dio nello Spirito. Naturalmente, non sempre ci comportiamo conformemente all'unità che condividiamo già in Cristo; quando non possiamo celebrare insieme, soprattutto attorno alla mensa del Signore, la nostra disunione è palese a tutti. Qui vi è una maggiore "edificazione" da compiere - e da parte di tutte le chiese!

Se siamo di Cristo, siamo di Dio. Paolo afferma con chiarezza "tutto vi appartiene" (1 Cor 3, 21). Noi viviamo e ci muoviamo, insieme a tutti i nostri cooperatori e amici, all'interno del disegno di Dio per la creazione. Dio agisce nella storia, per la salvezza, per il risanamento di ciò che è deturpato, per la riconciliazione di coloro che sono in guerra, per il rinnovamento dell'intera creazione. Dio agisce anche nel giudizio: noi sappiamo che quello che costruiamo insieme sarà reso noto e giudicato. Noi non conosciamo esattamente i tempi e i modi di questo giudizio finale che sarà emesso sul nostro lavoro, ma sappiamo che saremo giudicati dal Dio la cui natura è vita e amore.

Per tutti i doni di Dio nella creazione e nella redenzione, diamo lode e grazie a Dio che ci ha resi uno in Cristo mediante il suo Spirito. Possano la nostra edificazione comune della Chiesa di Cristo e la nostra ricerca di unità essere offerte in rendimento di grazie a Dio.


Preghiera:

O Dio ricco di grazia,
Tu ci inviti continuamente ad essere cristiani maturi.
Tu desideri chiamarci tuoi.
Apri il nostro cuore e la nostra mente alla grandezza di questa chiamata, e aiutaci a progredire verso l'unità - in comunione con Paolo, Apollo, e Cefa - per metterci a servizio della tua opera redentrice nel mondo. Amen.


 


 

 
 
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