Indice > Settimana di Preghiera 2006 > Situazione Ecumenica in Irlanda |
|||||
E-mail: pro@pro.urbe.it | |||||
SITUAZIONE ECUMENICA IN IRLANDA1 La nota preghiera di san Patrizio "Il grido dei daino" ha echeggiato per molti secoli nella storia dell'Irlanda. Essa esprime la speranza che Cristo sia "in ogni cuore che mi pensa, Cristo in ogni bocca che mi parla, Cristo in ogni occhio che mi guarda, Cristo in ogni orecchio che mi ascolta". È stato grazie ai missionari irlandesi, dal VI secolo in poi, che Gesù Cristo è tornato nelle labbra, negli sguardi, nelle orecchie e nelle menti di un folto gruppo di persone in tutto il continente europeo. I missionari irlandesi oggi, insieme a numerosi operatori volontari provenienti da denominazioni diverse, hanno continuato a portare eloquente testimonianza allo spirito cristiano di vicinanza al prossimo nella carità. Le radici dei problemi attuali sono politiche, culturali, storiche e sociali più che religiose, ma ciò nonostante negli anni recenti i media di tutto il mondo, riportando tragici eventi accaduti in Irlanda, parlano di una guerra fra cattolici e protestanti. È tristemente vero che molti di coloro che perpetrano atti di violenza portano il nome di "cristiani" e che, in parte, i conflitti erano segno delle tragiche conseguenze delle divisioni fra cristiani. Grazie a Dio il processo di pace nell'Irlanda del Nord continua a progredire velocemente, nonostante rimanga un processo molto delicato. Tolleranza e armonia, perdono, riconciliazione e mutuo rispetto sono valori che devono essere riaffermati ogni giorno. Malgrado - e in parte a motivo - della terribile sofferenza sopportata, le relazioni fra cristiani sono migliorate negli ultimi anni: oggi il numero di incontri è più frequente e il livello attuale di interazione fra i membri e i capi delle varie chiese era impensabile solo qualche decennio fa. Sarebbe adesso impossibile contare quanti semi di pace siano cresciuti sia a livello individuale che comunitario. L'ecumenismo non è, naturalmente, confinato solo all'Irlanda del Nord. Infatti vi sono due giurisdizioni diverse nell'isola e questo si ripercuote anche sul dialogo ecumenico. Malgrado le chiese operino nell'isola a tutto campo, infatti, i diversi "mondi" che si configurano nelle varie giurisdizioni possono condurre ad aspettative, prassi ed esperienze di relazioni ecumeniche molto differenti. Nella Repubblica di Irlanda i cattolici sono una larga maggioranza e i protestanti una minoranza. Di conseguenza, spesso, protestanti e cattolici non hanno opportunità di incontro. Nell'Irlanda del Nord, invece, non vi è grande discrepanza fra il numero di cattolici e protestanti, ma le tensioni degli ultimi decenni hanno portato ad una diversa atmosfera ecumenica. Vi sono molte incoraggianti iniziative interconfessionali in Irlanda. Momenti di culto durante la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani sono ora diventate abituali. La Giornata internazionale di preghiera per le donne che si celebra ogni anno vede la partecipazione di donne di diverse denominazioni in numero sempre crescente. Vari gruppi si impegnano in studi biblici e discussioni comuni sui documenti delle chiese. Progetti concreti diventano occasione per intensificare relazioni e amicizie, come ad esempio iniziative di formazione alla comune comprensione, studi congiunti di storia locale, organizzazione di conferenze, iniziative sociali. Incontri celebrativi in occasione del Natale e di altri eventi annuali sono a volte tenuti in comune. Gruppi interecclesiali, forum ecclesiali, progetti di educazione alla pace, agapi conviviali sono in continuo sviluppo, soprattutto nell'Irlanda del Nord. Una pietra miliare nella storia delle relazioni ecumeniche in Irlanda è stata, nel 1970, la fondazione della Irish School of Ecumenics (Scuola irlandese di ecumenismo). Altre iniziative di rilievo sono la Glenstal ecumenical conference, conferenza ecumenica annuale che si tiene dal 1964 a Glenstal e le Greehills conferences vicino Drogheda che risalgono al 1966. La Comunità di Corymeela è riconosciuta a livello internazionale come un segno profetico di riconciliazione. Purtroppo la violenza e il settarismo hanno portato a profondi pregiudizi, sofferte e laceranti memorie che facilmente possono bloccare l'impegno nel cercare di collaborare e dialogare con membri di altre tradizioni. Il settarismo è stato definito come "un insieme di atteggiamenti, credenze, comportamenti e strutture in cui la religione gioca un ruolo significativo e che 1) direttamente o indirettamente infrange il diritto dell'individuo o di gruppi e/o 2) condiziona o causa situazioni di conflitto distruttivo2. Il problema del settarismo ha ricevuto considerevole attenzione in Irlanda, specie a partire dal Good Friday Belfast Agreement, accordo stipulato a Belfast il venerdì santo del 1998. Nello sforzo per creare una cultura che superi il settarismo, dobbiamo riconoscere quanto i cristiani condividono in comune: la presenza del Cristo Risorto. Numerosi progetti si stanno realizzando, con lo scopo di sradicare atteggiamenti negativi ormai incistati, e di aiutare le persone a misurarsi con il proprio passato in un modo efficace e reale. Numerose circostante avverse, come le proteste settarie in Irlanda del Nord sono talvolta divenute occasioni per moltiplicare gli sforzi ecumenici, quali ad esempio la pubblicazione di una dichiarazione ufficiale di sostegno, da parte del tribunale della Chiesa presbiteriana ad una parrocchia cattolica dopo un incidente settario distruttivo, con la richiesta che la dichiarazione fosse letta durante le messe celebrate nella parrocchia.
Il principale luogo di incontro ecumenico a livello ufficiale
in Irlanda è The Irish Inter-Church meeting, riunitosi
la prima volta a Ballymascanlon nel settembre del 1973. Tale comitato
interecclesiale - formato da leader e rappresentanti del Consiglio
di chiese dell'Irlanda e dalla Conferenza episcopale della Chiesa cattolica
- si riunisce diverse volte l'anno. Esso consta di due dipartimenti,
uno per esaminare temi teologici e uno per affrontare questioni sociali.
L'incontro tra leader e rappresentanti delle chiese ha giovato
moltissimo ad affrontare insieme delicate questioni, come ad esempio
quella dei matrimoni interconfessionali. Fino ad alcuni anni fa il centro di interesse ecumenico gravitava attorno alle cosiddette quattro chiese "principali": Chiesa cattolica, Chiesa di Irlanda, Chiesa presbiteriana e Chiesa metodista. Ora, tuttavia, si assiste ad un cambiamento epocale e significativo con la crescita delle Chiese ortodosse, di Chiese etniche minoritarie e altre nuove comunità in Irlanda. Questo sviluppo cambierà considerevolmente il panorama ecumenico. Dal 1996 circa 200.000 immigrati stranieri sono giunti nella Repubblica di Irlanda, costituendo così circa il 5% della attuale popolazione che raggiunge i 4 milioni. La comunità ortodossa è passata dalle 358 persone del 1991 alle 10.437 del 2002 e continua a crescere rapidamente. Molte Black Majority Churches si sono insediate e continuano a svilupparsi velocemente in tutto il paese. Anche comunità di altre fedi sono in crescita, e questo ha un impatto nelle relazioni ecumeniche dal momento che spinge i cristiani a riflettere sulla loro comune testimonianza e sulla propria apertura alle comunità di altra fede. Il censimento del 2002 registra una presenza musulmana nella Repubblica di Irlanda pari a 19.100 unità, in confronto alle 3.900 del 1991. Nello stesso periodo, anche la comunità buddista è cresciuta da 986 a 3.894 unità, la comunità induista da 953 a 3.099. La crescita di comunità di altre fedi è ormai un carattere costante. Una panoramica sull'ecumenismo in Irlanda, di qualsivoglia genere, non può fare a meno di richiamare alla memoria con gratitudine individui, comunità e movimenti che, negli ultimi 40 anni, hanno piantato e fatto crescere semi di riconciliazione e dialogo fra tante lacrime e sofferenze. Non può esser contestato il fatto che molti progetti intercomunitari sviluppatisi in Irlanda del Nord sono di ispirazione cristiana. È solo nella riscoperta della presenza del Cristo Risorto nelle comunità, quando si riuniscono nel suo nome, che i cristiani in Irlanda possono riscoprire le loro profonde radici cristiane e il loro specifico contributo all'evangelizzazione nel mondo contemporaneo. I cristiani di Irlanda sono passati attraverso una oscura notte, fatta di scontri di cultura e di mentalità e anche di contenziosi circa l'interpretazione della storia e le prospettive per il futuro, ma essi sono ora impegnati in un'opera di riconciliazione difficile ma foriera di guarigione. La nostra speranza è che, testimoniando la profonda esperienza di Dio che apre a questa riconciliazione, i cristiani di Irlanda possano arrivare a condividere le loro numerose esperienze positive, in un mondo che cerca un modo per vivere armoniosamente in circostanze multi-culturali, multi-etniche e multi-religiose. Le parole della preghiera di san Patrizio esprimono una fede comune a tutti noi, e danno voce alla più profonda preghiera dei cristiani di Irlanda: Cristo
con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me, Io sorgo
oggi,
ENDNOTES
Remarks to Webmaster at webmaster@pro.urbe.it |